Macerata, 25 ottobre 2024 – L’inchiesta della procura di Macerata che vede indagato l'ex sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi è stata chiusa. Riguarda la vicenda della tela rubata nel 2013, ovvero l'opera raffigurante 'La cattura di San Pietro', attribuita al pittore senese Rutilio Manetti, per cui ora Sgarbi sarebbe imputato per riciclaggio, autoriciclaggio e contraffazione di opere d'arte e rischierebbe per questo una condanna da 4 a 12 anni di carcere.
Un giornalista del Fatto quotidiano e di Report aveva dato il via all'indagine giudiziaria in seguito all'inchiesta sulla tela rubata nel 2013 da un castello di Buriasco e che poi sarebbe riapparsa del tutto identica nove anni dopo a Lucca nella Mostra ‘I pittori della luce’ curata da Sgarbi, come “opera di sua proprietà”, salvo il dettaglio di una torcia in alto a sinistra.
Nelle conclusioni dei pm sarebbe stata decisiva la perizia sul quadro fatta eseguire dalla procura sulla tela che Sgarbi sostiene aver trovato così com'è nella soffitta della sua villa in provincia di Viterbo. Le investigazioni dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale hanno permesso di acclarare che l'operazione di 'maquillage' era stata commissionata direttamente da Vittorio Sgarbi al pittore Pasquale Frongia, contraddicendo la versione fornita pubblicamente dal critico d'arte sulla provenienza del dipinto, ovvero il casuale rinvenimento dell'opera all'interno di "Villa Maidalchina" di Viterbo, acquistata dai suoi familiari nel 2000.
Dunque la perizia avrebbe concluso che il dipinto in possesso del critico e da gennaio sotto sequestro "sia lo stesso provento di furto e oggetto di denuncia il 14 febbraio 2013" . E a carico di Sgarbi peserebbe anche la confessione del pittore Pasquale Frongia, che con gli inquirenti avrebbe ammesso: "La torcia nell'originale non c'era, fu lui a chiedermi di aggiungerla".
La difesa di Sgarbi: “Fiducia nei giudici”
“I miei difensori, il Prof. Avv. Alfonso Furgiuele e l’Avv. Giampaolo Cicconi, sono impegnati a ricostruire la realtà dei fatti oggetto delle contestazioni, che ritengo comunque infondate. Ribadisco la trasparenza e la correttezza delle mie condotte. Ho quindi piena fiducia nei giudici che dovranno valutare il risultato delle indagini. Respingo infine le parziali e fuorvianti ricostruzioni di certa stampa alla quale non interessa la verità dei fatti ma accreditare come vere le ipotesi dell’accusa”.
Questa è la dichiarazione dello storico d’arte, Vittorio Sgarbi, relativo alla comunicazione da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari nel procedimento relativo al dipinto di Rutilio Manetti.