
La ricostruzione di come potrebbe essere diventato Sergio Isidori; in piccolo l’immagine del bambino prima della scomparsa
Macerata, 23 aprile 2019 - Un mistero lungo quarant’anni. È quello che avvolge la sorte di Sergio Isidori, sparito nel nulla il 23 aprile del 1979 a Villa Potenza. E mentre la famiglia – tramite gli avvocati Luca Sartini e Marzia Melletti – ha chiesto la dichiarazione di morte presunta, oggi ricorre il quarantesimo anniversario della scomparsa. Tutto cominciò nel pomeriggio di quel maledetto 23 aprile. A Villa Potenza si stava celebrando il funerale del parroco e c’era moltissima gente. Sergio, che aveva appena cinque anni, uscì per raggiungere il fratello Giammaria sotto casa. Quando quest’ultimo rientrò a casa da solo, la madre gli chiese notizie del piccolo ma Giammaria rispose che non l’aveva visto. Il bambino era sparito nel nulla.
Inizialmente si ipotizzò che Sergio potesse essere finito in un vicino canale che, nei giorni successivi, fu prosciugato. Fu verificata anche la tenuta della grata che filtrava l’acqua prima che si riversasse nel Potenza, ma le ricerche non diedero alcun esito e l’ipotesi dell’annegamento fu definitivamente scartata. Un camionista che conosceva la famiglia raccontò di aver visto Sergio mentre giocava con altri due o tre ragazzini, che però non conosceva. Con loro non c’era Giammaria. Un’altra testimonianza fu di un amico di Sergio, secondo il quale il bambino si era allontanato con un ragazzo più alto di lui.
Il giorno dopo la scomparsa, una donna raccontò di aver ricevuto una telefonata anonima: «Se vuole rivedere suo figlio, prepari 50 milioni. Domani ci risentiremo». A parte una cifra, il numero telefonico della donna era uguale a quello della famiglia Isidori. Le ricerche proseguirono a lungo, ma senza successo. Non mancarono telefonate anonime alla famiglia Isidori. Nel 2011 le indagini vennero riaperte. Il gip Enrico Pannaggi ordinò di sentire don Mario Buongarzoni, autore di un libro in cui raccontava una storia molto simile a quella della scomparsa del piccolo Sergio, alludendo a un rapimento del bambino a opera di un pedofilo. In una dichiarazione alla polizia giudiziaria, però, il sacerdote diede un’altra opinione sull’accaduto, avanzando l’ipotesi secondo cui sarebbe stata la madre del piccolo a trovarlo e a seppellirlo, dopo che Sergio era caduto nel fiume.
Negli anni si sono aperte e chiuse diverse piste: da quella secondo cui un bambino era stato portato in Veneto a quella in base alla quale Sergio, ormai cresciuto, avrebbe avuto una relazione con una donna polacca. Nel 2013 l’inchiesta venne nuovamente archiviata, ma la battaglia per la verità della famiglia Isidori non si è mai fermata. Una battaglia condotta innanzitutto dal padre di Sergio, Eraldo, scomparso lo scorso dicembre. In prima linea anche la sorella Giorgia, impegnata nell’associazione Penelope, che si batte per la ricerca delle persone scomparse. Una ricerca che, nel caso di Sergio, i familiari ancora sperano possa portare alla verità.