
Ogni anno nel territorio dell’Area vasta 3 oltre 100, tra bambini e ragazzi, devono indossare un busto per contrastare la scoliosi, la deformità della colonna vertebrale causata da uno sviluppo anormale delle vertebre. Una malattia che tanto più si può contrastare, quanto più precoce è la diagnosi, mettendo a punto terapie mirate per evitare l’intervento chirurgico. È questo lo scopo del corso sulla "Gestione pratica del paziente scoliotico", in programma sabato nell’auditorium della Lube Cucine a Treia, organizzato dal Dipartimento di Medicina fisica e riabilitazione, diretto dal dottor Giorgio Caraffa. "Negli ultimi sei anni – spiega la dottoressa Monica Sgolastra, "medico di punta" dello staff del Centro di Treia – abbiamo seguito ben 1.900 soggetti, dai 3 ai 18 anni, con problemi ortopedici di diversa natura. Di questi, 640 sono i malati di scoliosi costretti a indossare un busto correttivo e altri 660 quelli che hanno evidenziato forme più lievi. Questa malattia ha una rilevanza sociale molto forte e crea serie difficoltà, ma possiamo intervenire in modo efficace. E il modo migliore è quello di coordinare le forze". Il corso, infatti, punta a incrementare le sinergie tra medicina di base e specialisti della colonna, in modo da sfruttare appieno ogni possibilità terapeutica. Non a caso è prevista la partecipazione di una cinquantina di pediatri, oltre a medici di base e specialisti, che si confronteranno e si eserciteranno per creare delle pratiche condivise. "Uno dei problemi della scoliosi – sottolinea la Sgolastra – è che viene scoperta tardi. Con una diagnosi precoce si può rallentarne l’evoluzione, evitando l’intervento chirurgico che, bisogna ammetterlo, rappresenta un fallimento. Dimostra, infatti, che non si è riusciti a vedere per tempo il problema". Al Centro di Treia gli operatori hanno maturato una grande esperienza e professionalità, anche grazie alla collaborazione con professionisti e strutture molto quotate, come il Gaslini di Genova, l’ospedale pediatrico di Alessandria e il Meyer di Firenze, tanto per citarne alcune. Oltre agli interventi di Caraffa e della Sgolastra (nella foto), ci saranno quelli del pediatra Costantino Gobbi e di Giovanni Rainero, ortopedico di Milano.
Franco Veroli