"Sarte artigianali, chi impara il lavoro trova sempre un posto"

Le sartorie artigianali come "Le spose di Francesca" e "Carla" mantengono viva l'arte della creazione di abiti da sposa con passione e dedizione. Le titolari raccontano la sfida di trasmettere antiche competenze ai giovani per preservare un mestiere prezioso.

"Sarte artigianali, chi impara il lavoro trova sempre un posto"

Anna Maria Dichiara con Alessia a destra le sorelle Di Bartolomeo

Creano l’abito per il giorno più bello. Le sartorie artigianali custodiscono un’arte ormai rara, e quindi preziosa. Anna Maria Dichiara, titolare de "Le spose di Francesca", azienda specializzata in abiti da sposa e cerimonia a Civitanova, è ancora innamorata del suo lavoro e ha lo stesso entusiasmo del primo giorno. Sono passati quasi cinquant’anni. "La voglia di creare abiti è nata nella ricerca del mio vestito da sposa – racconta Dichiara –, cercavo qualcosa di particolare, che uscisse dal tradizionale. Amo tutto del mio lavoro: sono talmente appassionata che anche a 70 anni non riesco a farne a meno. Oggi realizziamo abiti per i vip, come per Beyoncé o artisti di Sanremo, ed è molto gratificante. Il nostro lavoro richiede molto tempo, non si smette mai di imparare". Ora con lei c’è una ragazza, Alessia, che Dichiara definisce "l’allieva perfetta". Ma sono pochi i giovani come lei in questo settore. Una storia al femminile che parte dal 1982 quella di "Carla" a Tolentino, da oltre quarant’anni azienda artigianale di accessori e abiti sposa/cerimonia. Le titolari, le sorelle Francesca e Caterina Di Bartolomeo, seguendo la linea tracciata da mamma Carla, tengono duro con il lavoro sartoriale, senza cadere nella tentazione di inserire macchinari per la produzione in serie. "Le sarte, dai 50 anni in su – spiega Francesca –, hanno un certo tipo di formazione, quello che si tramandava in famiglia, si masticava tutti i giorni. Quando in estate si andava a bottega. Oggi le competenze manuali si sono un po’ perse. Già dagli istituti professionali si potrebbero preparare i ragazzi su quello che si impara a bottega. Di contro, i giovani hanno una velocità e una predisposizione maggiore, rispetto alla "vecchia scuola". Chi impara questo mestiere trova sempre una ricollocazione, dalla sarta di riparazione (figura molto ricercata) all’atelier. Un valore che si può riutilizzare in tanti modi". Francesca è un avvocato abilitato, ma ha dovuto lasciare l’esercizio della professione forense per incompatibilità (con la partita iva). "Lo rifarei mille volte – conclude –. Vedere una sposa felice fa vivere momenti di magia".

l. g.