Saccheggi nel cratere. Arrestati due fratelli: rubavano il rame da case e cimiteri

I carabinieri li hanno pedinati dopo aver messo il Gps sotto alle loro auto. In otto mesi, sottratti 70 quintali di oro rosso per incassare 50mila euro. Entrambi pregiudicati, lavoravano nei cantieri della ricostruzione.

Saccheggi nel cratere. Arrestati due fratelli: rubavano il rame da case e cimiteri

I carabinieri li hanno pedinati dopo aver messo il Gps sotto alle loro auto. In otto mesi, sottratti 70 quintali di oro rosso per incassare 50mila euro. Entrambi pregiudicati, lavoravano nei cantieri della ricostruzione.

Di giorno con la loro ditta lavoravano alla ricostruzione post sisma nell’alto Maceratese, la sera saccheggiavano il rame da case e cimiteri dei piccoli paesi: per questa accusa sono finiti in carcere due fratelli beneventani, entrambi pregiudicati. In otto mesi ne avrebbero rubati 70 quintali, per un valore di 50mila euro. I reati di cui sono chiamati a rispondere sono furto aggravato, autoriciclaggio in concorso e trasporto di rifiuti non pericolosi senza autorizzazione.

Le indagini sono partite a novembre a Sarnano, dopo che i carabinieri di Sarnano hanno accertato un ingente furto di discendenti in rame da una struttura ricettiva, chiusa per lavori di ristrutturazione. In breve è stato scoperto che in zona c’erano due fratelli di Benevento, di 40 e 41 anni, pregiudicati per reati contro la persona e il patrimonio. Pochi giorni prima del furto, i due si erano presentati al proprietario della struttura chiedendo di affittare un’ala per gli operai della loro impresa, impegnata nel cratere. Nei giorni successivi al furto, i due erano andati in un centro di raccolta di rifiuti metallici della zona, dove avevano portato in più tranche 700 chili di rame, per 3mila euro.

Nella zona, c’erano stati altri furti di discendenti in rame dalle abitazioni isolate. Così su richiesta dei carabinieri, la procura di Macerata ha autorizzato l’istallazione di un dispositivo di radiolocalizzazione satellitare sulle auto dei sospettati. Con il Gps i fratelli sono stati tenuti sotto controllo, ed è venuto fuori che, al termine dei lavori nei cantieri, compivano sopralluoghi nelle piccole frazioni disabitate. Nel corso di un pedinamento, uno degli indagati è stato controllato a Belforte e nella sua auto sono stati trovati cento chili di materiali ferrosi; l’uomo era stato denunciato per ricettazione, illecito trasporto di rifiuti speciali e anche per guida senza patente e rifiuto di sottoporsi al test antidroga, dopo che gli erano state trovate alcune dosi di stupefacente.

Anche la Compagnia carabinieri di Camerino, indagando su furti analoghi, ha accertato la presenza in zona dei soggetti quando, lo scorso novembre, erano stati rubati materiali ferrosi al cimitero di Cupi a Visso; poi i due avevano tentato di vendere il rame a una ditta dell’Anconetano.

A gennaio i beneventani sono stati denunciati dai carabinieri di Camerino, che li avevano fermati a Frontillo, nel territorio di Valfornace, intenti a recuperare le grondaie di una chiesa e di tre abitazioni.

L’analisi dei dati di traffico telefonico generati dai cellulari degli indagati e le informazioni fornite dal Gps hanno permesso di collocare i due nei luoghi dove i furti erano avvenuti. Le indagini condotte da militari delle Compagnie di Tolentino e Camerino, diretti dal maggiore Giulia Maggi e dal capitano Angelo Faraca, hanno permesso di accusare i campani di 46 episodi, per i furti di discendenti e grondaie in case e cimiteri, da ottobre 2023 a maggio scorso a Sarnano, Visso, Serravalle, Monte Cavallo, Muccia, Belforte, Fiastra e Valfornace. La quantità complessiva di rame trafugato è di circa 70 quintali, per oltre 50 mila euro. I due sono anche accusati di autoriciclaggio del rame nelle ditte di smaltimento Caserta, Ancona e Fermo, oltre al reato ambientale di trasporto di materiale senza autorizzazione.

Alla luce di quanto emerso, su richiesta della procura il tribunale di Macerata ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare, disponendo l’arresto dei due. I fratelli ora si trovano in carcere a Montacuto, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.