LUCIA GENTILI
Cronaca

"Ristoranti, prenotazioni a rilento"

Titolari e gestori: c’è troppa incertezza e l’obbligo di tamponi anche per i vaccinati sarebbe un brutto segnale

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di Lucia Gentili

Natale alle porte e prenotazioni a rilento nei ristoranti. "Si respira un clima di incertezza – esordisce Gabriele Liberti dell’agriturismo Roccamaia, a Valfornace –, c’è titubanza da parte delle persone, in particolare da un paio di settimane". Ad esempio, domenica circa l’80% dei prenotati si è ritirato a causa dei contagi. I clienti sono stati rimpiazzati all’ultimo, ma solo in parte. Soprattutto stanno arrivando chiamate del tipo: "Nella sezione di mio figlio all’asilo c’è un positivo", tra quarantene preventive e casi veri e propri. "Abbiamo registrato parecchie disdette in questi giorni – aggiunge il ristoratore – e in generale, comunque, manca lo slancio che dovrebbe esserci nel periodo delle feste". Da sempre, per scelta, il locale a Natale è chiuso, per passare almeno i giorni rossi in famiglia, ma per il cenone di Capodanno finora le richieste sono tiepide, malgrado restino meno di dieci giorni. Le quattro camere dove pernottare, invece, sono già piene. "La gente ormai ha iniziato ad abituarsi ai controlli del super Green pass, è stata educata a questo e comprende noi che lavoriamo – aggiunge Liberti –, però un’ulteriore restrizione sarebbe penalizzante". Il timore è che dopo la cabina di regia con i tecnici, il governo possa introdurre il tampone obbligatorio (rapido o molecolare) anche per i vaccinati non soltanto per partecipare a feste e grandi eventi, in cinema e teatri, ma anche al ristorante. "L’estate scorsa abbiamo lavorato molto bene – dice Liberti –, ora un calo è fisiologico, ma l’importante è che non ci facciano chiudere di nuovo, anche perché se pranzi e cene si spostano nelle case, non è che la situazione migliori, anzi". Il Casolare dei segreti di Treia, invece, a Capodanno ospiterà un matrimonio. "A Natale siamo pieni – afferma il proprietario, Monaldo Lucamarini –, perché nonostante qualcuno abbia disdetto, sono subito subentrati altri. Mancano però all’appello le cene aziendali. Speriamo non sia introdotto il tampone anche per i vaccinati, perché credo sarebbe percepito come un’altra restrizione". Se l’asporto nelle aree interne è poco richiesto (in quanto le strutture si trovano in zone meno immediate da raggiungere), sulla costa invece cresce. "Nelle ultime due settimane c’è stato un calo – dichiara il titolare della trattoria Lo Monte di Civitanova, Piero Del Monte –. Le prenotazioni per le feste stanno arrivando ora, ma si capisce che la gente è impaurita. Siamo un po’ tutti come sospesi, in attesa, sul chi va là, perché da un momento all’altro potrebbero arrivare nuove disposizioni. Prima del Covid, di questi tempi, già era tutto pieno. Ora come ora, diciamo che in sala c’è un 50% in meno di clienti, sostituito però dall’asporto nei fine settimana e nei giorni di festa. La gente vuole aspettare fino all’ultimo". La zona gialla ha portato con sé "rallentamenti" e qualche disdetta, conferma Andrea Ciccioli, del ristorante "La volpe e l’uva" di Macerata. Pure lui, per scelta, a Natale tiene chiuso, ma per Capodanno è quasi al completo, "incrociando le dita". "Si percepisce ancora l’ansia, ad esempio qualcuno chiede un tavolo appartato – spiega Ciccioli –. Insomma, due anni di pandemia si sentono, anche se ovviamente rispetto all’anno scorso almeno possiamo stare aperti. Ma è difficile fare una programmazione, perché le cose cambiano di settimana in settimana, se non di giorno in giorno. Il tampone ai vaccinati non ci aiuterebbe, considerando che le farmacie già adesso sono piene, e c’è la fila per sottoporsi al test".