
Il dato relativo alla provincia è stato elaborato dalla Cgia di Mestre. Diminuisce la popolazione compresa tra i 15 e i 34 anni.
Negli ultimi dieci anni la provincia di Macerata ha perso 7.447 giovani: nel 2014 la popolazione nella fascia d’età 15 – 34 anni era di 66.846 unità, nel 2024 è diminuita fino a 59.399 unità, un calo drastico dell’11,1%, quasi il doppio rispetto alla media italiana (-5,8%), e molto più marcato di quello registrato a livello regionale (- 7,5%). Tra le province delle Marche, che complessivamente hanno visto sparire 23.725 giovani (passati da 315.197 a 291.472), il calo maggiore, in percentuale, è quello della provincia di Ascoli Piceno che, con un – 11,4% fa peggio, sia pure di poco, di quella di Macerata. Seguono le province di Fermo (-9,8%), Pesaro – Urbino (-5%) e Ancona (- 4,3%). Quest’ultima risulta essere la provincia più giovane, visto che sul suo territorio si concentra oltre il 31% del totale dei marchigiani di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Questo il quadro che emerge da un’indagine dell’Ufficio Studi della Cgia. Una situazione sconfortante, che condividiamo con altre quattordici regioni, ma con numeri ben diversi: al Sud, Calabria, Sardegna, Basilicata, Molise, Sicilia, Puglia, Abruzzo e Campania, registrano diminuzioni a due cifre, dal -18,9% della prima al -12,5% dell’ultima; al Centro ci sono l’Umbria (-8,6%, l’unica in questa area con un calo superiore a quello marchigiano), il Lazio (-5,8%) e la Toscana (-1,4%); al Nord la Valle d’Aosta (-2,4%), il Piemonte (-1,4%) e il Veneto (-0,6%). Le altre, invece, registrano il segno più, con la crescita maggiore in Emilia Romagna (+ 5,6%) e sono tutte regioni del Nord: nel generale processo di denatalità, le aree più colpite sono il Sud e il Centro. "Rispetto al Sud – evidenzia la Cgia - il Nord ha ottenuto un buon risultato, in parte ascrivibile alla presenza degli stranieri e alla migrazione dei giovani dal Sud. Sempre tra il 2014 e il 2024, infatti, la popolazione giovanile è aumentata di 46.821 unità nel Nordest e di 55.420 nel Nordovest".
La diminuzione dei giovani, poi, si presenta con altri indicatori negativi ad essi collegati: il tasso di occupazione e il livello di istruzione sono tra i più bassi d’Europa, e l’abbandono scolastico rimane una problematica significativa, specie nelle regioni meridionali. "Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è sempre più evidente e richiede scelte politiche urgenti investendo, in particolare, molte più risorse nella scuola, nell’università e, soprattutto, nella formazione professionale", sottolinea la Cgia. All’orizzonte, specie per certe province, tra cui la nostra, non si vedono inversioni di tendenza: secondo i dati Istat, a inizio 2024 il numero dei neonati in provincia di Macerata rappresenta appena lo 0,6% del totale, mentre gli ultra 75enni sono il 14%.
A dare ancor più l’idea di quanto sia forte il processo di denatalità, lo studio della Cgia ci dice anche che nel 1943, in piena seconda guerra mondiale, in provincia di Macerata i nati furono 5.433: nel 2023, ottant’anni dopo, sono stati 1.892, 3.541 in meno. Questo indica che, anche se si tratta di fattori decisivi, "non possiamo continuare a sostenere che la denatalità degli ultimi anni sia esclusivamente attribuibile alla mancanza di servizi per l’infanzia e all’insufficienza degli aiuti pubblici alle giovani famiglie", conclude la Cgia.