"Ripristiniamo la messa a San Domenico"

L’appello arriva dai residenti: "Da 5 anni non si celebra il rito domenicale". Rossi, ex consigliera: "Un peccato lasciare chiusa la chiesa"

"Ripristiniamo la messa a San Domenico"

"Ripristiniamo la messa a San Domenico"

di Ennio Ercoli

"Organizziamoci per ripristinare la messa domenicale – delle ore dieci – nella storica e nobile chiesa San Domenico costruita del 1792, annessa a Villa Graziani (poi Mastronardi, oggi Doria), fulcro di un’intera e vasta contrada, che si estende dalla zona dell’ospedale al confine con contrada Cavallino di Montecosaro e contrassegnata dall’omonima arteria che – via Fonte Zoppa – collega il centro storico di Civitanova Alta con la Maceratese 485". Lo sostengono molti abitanti della zona, che si è ripopolata negli ultimi decenni, perché molte famiglie vi sono giunte anche dal centro città. "Fino a 5 anni fa, quando vi si celebrava – dice Mario Pompeo Squadroni –, io stesso con Primo Caporaletti (scomparso sabato, ndr) ci prodigavamo per aprire e aiutare il frate o il parroco che celebravano la messa. C’erano sempre dalle 40 alle 50 persone. Ci basterebbe la disponibilità di un fraticello o di un sacerdote per il rito. Il proprietario attuale della villa Mario Doria è stato sempre disponibilissimo. E’ una ricchezza spirituale e culturale per tutti". "E’ un vero peccato lasciare chiusa questa chiesa, dedicata ad uno dei Santi più importanti, osannato da Dante assieme a San Francesco nella Divina Commedia, con la sua ricca storia e bellezza. La nostra contrada raccoglie centinaia di famiglie – sottolinea Monia Rossi, che è stata anche consigliera comunale – che vi si ritrovavano piacevolmente alla domenica o a maggio per il mese mariano. Dovrebbe essere inserita anche nella guida del Comune, perché possa essere visitata come le altre chiese storiche". "Per un certo periodo vi ha celebrato la messa un sacerdote indiano (teologo affermato) Habrahm Kavalakatt, autore per la libreria editrice Vaticana, premiato a New York per un suo libro – ricorda Luciano Baiocco, favorevolissimo al ripristino –. Le sue omelie erano qualcosa di favoloso". "Gli anni in cui ancora viveva mio padre Luigi, che dal centro ha scelto di fare casa a due passi da San Domenico – dice l’avvocatessa Anna Maria Recchi –, l’atmosfera domenicale era bella e unica. Il ritrovo per la messa è spunto per fare comunità. Altrimenti neanche ci si conosce più".