LUCIA GENTILI
Cronaca

La rinascita di Sonia: “Io nel mirino dei bulli. Piangere non serve, il problema sono loro”

Il racconto della 21enne di Pollenza (Macerata) Mariotti: i primi problemi alle elementari, alle medie passavo le ricreazioni in bagno per evitare gli insulti. “A 12 anni sotto al banco un biglietto anonimo con un augurio di morte”

Sonia Mariotti, pollentina di 21 anni, racconta la sua esperienza  con i bulli a scuola

Sonia Mariotti, pollentina di 21 anni, racconta la sua esperienza con i bulli a scuola

Macerata, 13 novembre 2024 – Per anni è stata presa di mira. Alle medie ha passato la ricreazione in bagno, per evitare che pure gli unici suoi due amici venissero derisi e colpiti a parole. Alle superiori si è vestita sempre di nero e si è messa nell’angolo da sola, per paura che l’incubo ricominciasse. Poi è “sbocciata”. Adesso racconta la sua storia e il suo riscatto. Sonia Mariotti, di Pollenza, oggi è una 21enne. Lavora da tre anni con l’asd La Brigata degli Unicorni. “Non vale la pena piangere per i bulli. Non bisogna cambiare per essere accettati. Il problema sono loro”, dice. Fa equitazione dall’età di 7 anni e da allora non ha mai lasciato questa disciplina. “I cavalli, il rapporto con gli animali, sono stati un’ancora di salvezza, una valvola di sfogo. In questo spazio mi sono sentita a casa”.

Quando sono iniziati gli episodi di bullismo?

“Alle elementari sono cominciati i primi problemi, ma il periodo più brutto è avvenuto alle medie. Ero una studentessa con Dsa (disturbi specifici dell’apprendimento); il maestro, quando faceva il dettato, doveva fermarsi per aspettarmi. Ero lenta a scrivere. Da qui sono nati i nomignoli, tra cui “lumaca” e altri meno leggeri, con le derisioni. Alle medie ho ritrovato gli stessi compagni, con una differenza”.

Quale?

“Chi prima rimaneva in silenzio, ora si accodava agli insulti per non finire vittima lui stesso. Così, cercando di tutelare gli unici due amici in tutta la scuola, in seconda e terza media ho trascorso le ricreazioni in bagno. A volte una dei due veniva a farmi compagnia. A 12 anni ho trovato sotto il banco un biglietto anonimo con un augurio di morte. Ho subito qualche sgambetto. Non ero invitata ai compleanni”.

Ha subito aggressioni?

“Fortunatamente no, ma le parole fanno male comunque. Sono sempre passata per quella strana, perché facevo scout, andavo a cavallo”.

Ne ha mai parlato con qualcuno a scuola?

“Ci ho provato una volta. Mi sono sfogata con la psicologa, ma poi è entrata in classe e ha detto: “Ragazzi, non si bullizzano le persone”. I compagni hanno capito che ero stata io a fare la segnalazione. Il risultato: peggio di prima. Senza provvedimenti disciplinari. I bulli hanno capito che potevano agire indisturbati. I primi anni delle superiori ho cercato di passare quasi inosservata, mi vestivo di nero e guardavo gli altri da un angolo”.

Quando tutto questo è finito?

“A 15 anni ho tagliato i miei lunghissimi capelli rossi, che dopo un po’ sono diventati blu. Più che un gesto di ribellione, era come dire: “Io esisto”. A un certo punto ho capito che volevo essere me stessa, non dovevo cambiare per compiacere gli altri. Non ero io il problema. Ho sopportato l’indifferenza generale fino all’ultimo giorno di scuola. Poi ho salutato tutti con un messaggio (non molto carino) e sono uscita dalla chat di classe”.

Cosa consiglierebbe a chi è vittima di bullismo?

“Avrei fatto a meno di questo dolore, con cui bisogna imparare a convivere, te lo porti dentro per un po’ e incide nei rapporti con gli altri, anche sentimentali. Si resta sempre diffidenti. Bisogna però parlarne, sfogarsi. E stringere i denti perché passa, è solo una piccola fase della vita. Speriamo che prima o poi anche i bulli crescano e si rendano conto di quello che hanno fatto”.