Richiedenti asilo all’opera, l’Unhcr premia il progetto della Clementoni

Richiedenti asilo all’opera, l’Unhcr premia il progetto della Clementoni

Richiedenti asilo all’opera, l’Unhcr premia il progetto della Clementoni

L’azienda recanatese Clementoni, leader nell’ideazione e produzioni di giocattoli, è tra le 167 aziende premiate oggi a Roma da Unhcr, agenzia Onu per i Rifugiati, nell’ambito del programma "Welcome. Working for Refugee Integration". Il progetto, giunto alla quinta edizione con l’attivazione di 22mila percorsi professionali, nel 2022 ha visto l’inserimento di quasi 9.300 rifugiati (prevalentemente provenienti da Nigeria e Pakistan oltre a circa 400 rifugiati ucraini) nel mercato del lavoro di cui il 18% donne e il 76% giovani. "Riceviamo questo prestigioso riconoscimento con profondo orgoglio, certi di esprimere il sentimento di tutta la Clementoni, commenta Emilio Zampetti, capo delle risorse umana di Clementoni –. Un’azienda, la nostra, nata dalla profonda consapevolezza del valore sociale del lavoro e dell’inclusione, non poteva che mettersi in gioco sul tema dei rifugiati, cercando di fare la propria parte. Per questo abbiamo aderito con entusiasmo al progetto Welcome, con l’inserimento lavorativo temporaneo di alcuni ragazzi ucraini. Lavorare ogni giorno con colleghi di oltre venti nazionalità diverse oltre che uno stimolo continuo, è anche un arricchimento umano e professionale". L’azienda, con sede a Recanati, ha infatti impostato una serie di azioni concrete a favore dei rifugiati attraverso strategie di integrazione pensate per prendere in considerazione sia i loro bisogni, sia le caratteristiche della produzione. Parte di un percorso che ha visto per anni la famiglia Clementoni (nella foto l’ad Giovanni Clementoni) impegnata a farsi da tramite per accogliere lavoratori provenienti da paesi con situazioni socio politiche critiche, la partnership con Unhcr si è rivelata per l’azienda anche un’occasione preziosa per misurarsi sulle tematiche della diversità e dell’inclusione in un’ottica di continuo miglioramento in cui il gioco può rappresentare un tema concreto contro gli stereotipi di genere.

Antonio Tubaldi