di Chiara Sentimenti
"Ho messo a disposizione le mie competenze, le conoscenze e le connessioni che ho maturato in questi dieci anni in ateneo in cui ho avuto ruoli di governance legati alla terza missione, al percorso di condivisione su tante attività che ho gestito con spirito di squadra. Ho lavorato con i vari dipartimenti e acquisito una conoscenza profonda, sono maturata come competenze sempre nell’ottica dell’Europa, sono cresciuta e molte persone hanno visto in me una possibile leadership. Quindi, da una parte ci sono le competenze e le connessioni maturate, dall’altra la motivazione da parte di alcune persone che mi hanno stimolato a mettermi a disposizione, riconoscendo in me alcune doti". Così la professoressa Francesca Spigarelli, originaria di Udine ma da dieci anni all’ateneo di Macerata, spiega la sua voglia di mettersi nuovamente a disposizione dell’Università, candidandosi alla successione del rettore Francesco Adornato.
Alle elezioni del 29 giugno si troverà di fronte John Francis McCourt. Secondo lei l’ateneo è pronto per avere un rettore donna?
"Guidare un ateneo è un ruolo molto complesso, sono necessarie delle competenze e degli aspetti della professionalità che si legano sia alla capacità di visione strategica, sia a quella di sviluppare percorsi e idee. L’ateneo ha bisogno di una leadership delle idee e delle competenze e, il fatto che sia una donna non è determinante nella sostanza di questo percorso, ma credo con la mia attività di aver dimostrato che una donna lo potrebbe fare. E il fatto che sia una donna può essere un fattore di forte innovazione. Personalmente, quindi, non ne faccio una questione di genere, ma di sostanza".
Sul fronte della didattica come intende intervenire?
"Occorre iniziare a lavorare per potenziare la qualità della nostra didattica, il servizio e l’offerta per gli studenti e per poter crescere in modo sostenibile attraverso un’attrazione di maggiori studenti a Macerata. Va valorizzata la capacità di creare percorsi di crescita e innovazione per valorizzare la ricerca di eccellenza, un percorso di tipo approfondito che ci porti a rinnovarci, passando per una ritrovata coesione interna attorno alla nostra identità. Dobbiamo fare da una parte un discorso di riflessione profonda sulla nostra identità, perché sia condisa tra i dipartimenti, tra i vari corsi, favorendo uno spirito di squadra, di coesione più alto e dall’altra un discorso di identità che serva a relazionarci meglio e con una maggiore consapevolezza con gli attori e con gli atenei del territorio".
Il rapporto con la città invece come lo vede?
"Le dinamiche della nostra comunità credo che siano strettamente interrelate a quelle della città e insieme devono crescere e portarci verso una maggiore visibilità regionale, nazionale e internazionale. Va rafforzato il percorso di collaborazione, migliorata la logistica e la connessione della città con il resto della regione e penso sia ai trasporti che alle strutture ricettive, così come va potenziata la qualità degli spazi sia dell’ateneo che della città".
Il suo percorso a Macerata è molto legato all’Europa e, non a caso, nel suo programma si parla tanto di internazionalizzazione.
"Credo fermamente nella prospettiva di crescita che l’apertura a una dimensione internazionale può portare, l’ateneo ha già avviato un percorso e io vorrei continuare su questo solco, ponendomi traguardi ancora più ambiziosi. Penso alla Cina con il nostro istituto Confucio, all’area Adriatico-Ionica, ma anche ai Paesi del Mediterraneo. Macerata ha una tradizione fondata sulle orme di padre Matteo Ricci che ha aperto orizzonti importanti".
Il professor McCourt ha detto che lui potrebbe essere un po’ la novità di questo panorama, mentre lei è un volto più noto all’interno dell’ateneo, in quanto delegata degli ultimi due rettori, cosa ne pensa?
"Io non sono la replica di nessuno, ho lavorato sodo per l’ateneo, maturando, studiando, portando a casa dei risultati e crescendo anche nella consapevolezza delle relazioni che ho instaurato. Ho il mio percorso che, in dieci anni, mi ha visto lavorare sempre. Sulla base di questo ho radici forti da cui poter far germogliare una chioma. Propongo una visione nuova per modo, stile, enfasi, per cui sono nuova, ma ben radicata nella conoscenza profonda e nel lavoro capillare che ho fatto".