
di Lucia Gentili
Vietato l’uso del cellulare in classe, durante lo svolgimento delle attività didattiche, negli istituti della provincia. Questo già da prima (c’è una direttiva del ministero dell’istruzione del 2007) che il tema tornasse al centro del dibattito con la scelta di alcune scuole, come l’Agraria di Macerata e l’Ipsia di Corridonia, di ritirare i telefonini alla prima ora, metterli in una scatola e restituirli solo alla fine dell’ultima ora.
"Per ora abbiamo preferito non adottare una misura così drastica – esordisce il dirigente scolastico dell’Itis Divini di San Severino, Sandro Luciani (al timone anche dell’istituto comprensivo Tacchi Venturi) –. Anche perché custodire in sicurezza 700 cellulari sarebbe un problema: considerando anche che siamo in emergenza post-sisma, non avremmo spazi adeguati o armadietti dove depositarli. Restiamo comunque fermi sull’idea che questi dispositivi in classe non vanno usati, né dai ragazzi né dai professori, ad eccezione di cause eccezionali ed esigenze motivate (ad esempio nel caso di patologie, è ovvio e giusto che lo studente abbia sempre il telefono con sé), anche se il centralino della scuola è sempre a disposizione. E lasciamo comunque facoltà al docente di far depositare all’inizio dell’ora i telefonini sulla cattedra. Il cellulare distrae e dobbiamo ribadire spesso le norme sulla privacy, perché i giovani a volte diffondono video con superficialità". All’Itis mercoledì pomeriggio il collegio dei docenti ha espresso parere favorevole sulla bozza del nuovo regolamento; il testo lunedì sarà portato all’approvazione del consiglio di istituto. "Nel regolamento, seguendo le norme ministeriali, abbiamo ribadito che il cellulare deve restare nello zaino durante le ore di lezione", conclude Luciani. "L’uso è vietato da regolamento di istituto tranne che per scopi didattici – aggiunge Donato Romano, preside del Filelfo di Tolentino, al timone anche dei licei di San Ginesio e Sarnano –. Non ritiriamo i cellulari perché non abbiamo armadietti predisposti con cassette che si chiudono a chiave. Solo eccezionalmente e nei casi di accertata necessità si può chiedere all’insegnante l’autorizzazione all’utilizzo fuori dalla classe". "Non è emersa la necessità di ritirarli – afferma Mara Amico, dirigente scolastica Ipsia di Tolentino, Sarnano e San Ginesio, oltre che dell’istituto comprensivo Lucatelli a Tolentino –. Finora può esserci stata qualche nota o ritiro singolo". "In caso di violazione – interviene Antonio Cappelli, preside dei licei Costanza Varano di Camerino –, da regolamento sono previste sanzioni disciplinari, che però non abbiamo mai applicato. Finora, come l’anno scorso, è stata fatta qualche nota, un richiamo verbale o scritto insomma. I richiami sono stati sufficienti. I docenti, se lo ritengono opportuno, durante i compiti in classe possono ritirare i cellulari, come per l’esame di Stato. Il telefonino si può usare a ricreazione, in pausa, ma quest’anno, dopo le restrizioni della pandemia, è talmente tanta la voglia di socializzare in presenza fra i ragazzi, che passa in secondo piano".