In questo disgraziatissimo avvio di stagione, contrassegnato da gravi infortuni in serie, direzioni arbitrali, ad essere teneri, censurabili e da massicce dosi di cattiva sorte mancava, alla Recanatese, solo la "perla" di farsi raggiungere subendo due reti in tre minuti, in pieno recupero. Scherzando ma non troppo, si potrebbe dire che ora il quadro è completo, ma francamente rialzarsi ogni volta mette a durissima prova anche i più… resilienti. Premesso che la prova complessiva di un collettivo che più giovane non si potrebbe è stata ottima, anzi eccellente se facciamo riferimento ai primi 45 minuti della ripresa, è chiaro che ogni considerazione non può non partire dall’analisi di quanto avvenuto nelle ultime convulse fasi che hanno mandato all’aria una vittoria che si stava costruendo con sudore, ma che appariva assolutamente legittima. Quello che dalla tribuna è apparso lampante è la stanchezza che abbiamo ravvisato al 95’ in troppi giocatori in campo. Sulla rete del 3-2 Cascio, liberissimo in area, non ha avuto difficoltà a battere Del Bello da pochi passi, su un’azione scaturita da un rilancio di Baba, dalla propria trequarti, a cercar fortuna. Sul letale gol del pareggio De Filippo, su un colpo di testa apparentemente innocuo, è spuntato alle spalle di Ferrante apparso tutt’altro che reattivo. Ecco perché la spiegazione più semplice di tutto potrebbe trovarsi in un micidiale mix di scarsa attenzione ed acido lattico ormai in circolo, con la conseguenza di riflessi appannati ed idee annebbiate. A far da contorno anche una rosa risicata all’osso con la possibilità di fare cambi ridotti al minimo. Di certo il boccone è durissimo da mandar giù, perché i punti persi sono pesanti, in una classifica che più incerta non si potrebbe. Ripartire quindi dalla prestazione, dalle idee messe in campo e dal fatto che, a differenza di Senigallia dove il match è stato sostanzialmente di contenimento, la squadra è stata capace di costruire numerose palle gol ed anche sui difetti di concretizzazione si potrebbe disquisire a lungo. Adesso la cosa fondamentale è che quanto avvenuto domenica non abbia riflessi duraturi dal punto di vista del morale e della fiducia, aspetti già messi a durissima prova dalle disavventure più o meno recenti della Recanatese. "Adda passà ‘a nuttata", è la celeberrima frase che chiudeva una delle più belle commedie di Eduardo De Filippo (guarda caso omonimo del bomber dell’Isernia) che ben si addice all’attuale momento dei giallorossi. Nel frattempo, ogni volta, c’è il dovere di ricominciare e, se possibile, con ancora maggiore impegno, attendendo tempi migliori.
Andrea Verdolini