
La barista coraggio Anna Albani con la figlia Monia (foto Calavita)
Camporotondo di Fiastrone (Macerata), 1 agosto 2017 - Era stata vittima di una rapina già due anni fa Anna Albani, la titolare 65enne del Bar Monia di Camporotondo, ma questa volta ha reagito. «Mi sono sentita più protetta perché mi trovavo dietro al bancone», racconta. L’altra notte ha tirato al bandito polvere da caffè, per cercare di colpirlo sugli occhi, e due bicchieri di vetro. La barista non voleva nemmeno andare in ospedale, malgrado avesse un pallino di metallo conficcato nel braccio sinistro, uno dei cinque colpi della pistola a gas sparati dal rapinatore 16enne.
I medici le hanno dato 16 giorni di prognosi, ma ieri mattina era già nel locale a preparare caffè. «E’ stata tanta la paura – racconta la Albani, moglie dell’ex sindaco Giorgio Diletti, che lavora con lei – ma anche la rabbia. Non mollo, continuo a lavorare come sempre, anche se diventa sempre più difficile». Domenica, verso l’una, stava pulendo il bar. Di solito lo fa a porte chiuse, ma l’altra notte c’erano due sue amiche fuori e ha lasciato aperto. Loro, vedendo il malvivente entrare con la maschera da softair, hanno mantenuto la calma senza urlare e hanno chiamato immediatamente i carabinieri. Intanto la barista si è trovata faccia a faccia con il rapinatore.
«Aveva una maschera verde di gomma, era vestito di nero e mi ha gridato: «Dammi i soldi dell’incasso!», puntandomi contro l’arma – racconta la 65enne –. Non sapevo fosse una pistola a gas, ma comunque quei piombini potevano finirmi in un occhio. Era italiano e si vedeva che era minorenne. «Io non ti do niente perché non ho niente», ho ribattuto io ed è in quel momento che lui ha iniziato a sparare. Un proiettile è finito contro la vetrina delle bottiglie, dietro di me, e un altro l’ho sentito addosso. Così ho preso la prima cosa che mi sono trovata davanti, la polvere del caffè e gliel’ho lanciata contro, lui si è allontanato, retrocedendo verso la porta ma, pochi secondi dopo, è tornato alla carica chiedendomi i soldi. E’ allora che ho preso due bicchieri di vetro cercando di colpirlo».
Il rapinatore è stato costretto a rinunciare e a tornare sul maggiolino, prima di incontrare i carabinieri. «Mamma è stata molto coraggiosa, lucida e fredda – ha commentato la figlia della barista, Monia –. Sarebbe potuta andare molto peggio, ma credo che la sua reazione sia dovuta alla disperazione, perché già pochi giorni prima avevamo subito un furto e due anni fa la rapina. Speriamo che i controlli aumentino, anche se ieri i carabinieri sono arrivati tempestivamente».
l. g.