PAOLA OLMI
Cronaca

"Ragazzi fragili, svogliati e senza senso del dovere"

Pincherle: genitori smarriti e istituzione scolastica lenta nel trovare soluzioni

"Ragazzi fragili, svogliati e senza senso del dovere"

di Paola Olmi

Settembre si avvicina e si inizia a parlare di scuola. Molti ragazzi già avvertono un forte malessere al pensiero di tornare fra i banchi. "Negli ultimi anni la scuola - dice Maurizio Pincherle, direttore dell’unità di Neuropsichiatria infantile dell’Ast di Macerata - non riesce a farsi amare. Molti ragazzi la considerano un’esperienza pessima con tutto ciò che ne consegue da un punto di vista medico".

Cosa non riescono a comprendere i ragazzi?

"Il senso del dovere. Mi spiego meglio: il dovere è una cosa dalla quale non ci si può esimere. Ognuno di noi, in base all’età e al proprio ruolo, ha dei doveri che costano fatica ma non deve esistere la fatica senza la soddisfazione per aver portato a termine ogni giorno qualcosa che lascia il segno del nostro passaggio in questa vita. Tale concetto - continua - è del tutto estraneo a molti giovani i quali dovrebbero essere educati un po’ alla volta a comprendere che il loro mestiere è andare a scuola, che andarci implica impegno e che l’impegno costa fatica la quale però, ripeto, viene supportata dalla soddisfazione".

Andare a scuola per molti è quindi un supplizio?

"Purtroppo sì. Poi c’è un’altra questione: se un ragazzo va male e ha dei problemi è la scuola che si deve impegnare ad aiutare maggiormente chi ha difficoltà. La scuola non deve mettere obbligatoriamente al primo posto i programmi ministeriali. Per i piccoli, ad esempio, la letto-scrittura non deve avere la priorità assoluta se prima non si è raggiunta la necessaria autostima o la tolleranza alla frustrazione. La scuola sta cercando di trovare delle soluzioni però troppo lentamente. Poi, a volte, subentra anche il comportamento dei genitori che sembra proprio non essere vòlto ad aiutare i propri figli".

Ad esempio?

"I bambini e ragazzi con bisogni educativi speciali (i BES) sono quegli alunni che necessitano di un’attenzione particolare per diversi motivi fra cui il diagnosticato deficit di tipo psicologico. A questi ragazzi la scuola offre un supporto e un sostegno competente e dedicato ma, a volte, accade che gli stessi genitori neghino il sostegno non inserendo i propri figli in questi gruppi dedicati". "Perché ci si mette una benda sugli occhi, non si comprende che il proprio figlio ha realmente bisogno di essere aiutato. Se a un figlio non viene dato sostegno perché a noi adulti dà fastidio vedere le sue difficoltà alla fine quel ragazzo sarà abbandonato a se stesso. Tale situazione è una delle cose che più di tutte lo fa andare verso la psichiatrizzazione".

A volte i genitori sembrano smarriti.

"Lo sono realmente. Mentre nelle generazioni precedenti i cambiamenti fra adulti e ragazzi nei passaggi alle varie fasi della vita erano relativamente pochi, nelle ultime generazioni i dispositivi tecnologici hanno modificato lo sviluppo cerebrale dei giovani e giovanissimi che matura in modo differente dal nostro. Gli adulti si trovano, così, di fronte a modelli di vita che non conoscono, a cui non sono preparati. Si crea così una patologia psichiatrica a due".

E’ una situazione davvero grave questa.

"Certamente. Siamo molto preoccupati, sono troppi i ragazzi che ci arrivano dal Pronto Soccorso per episodi di autolesionismo o perché hanno ingurgitato le peggiori sostanze".