LORENZO MONACHESI
Cronaca

Il prof social spopola sul web. “I segreti delle piante spiegati su Instagram, all’inizio mi vergognavo”

Il 27enne civitanovese Francesco Broccolo insegna all’Agraria di Macerata. “Ho pubblicato 250 video e sono arrivato a 67.400 follower La rubrica più seguita? Quella sulle piante str..., che creano problemi”

Il civitanovese Francesco Broccolo, 27 anni, insegna all’Agraria di Macerata

Il civitanovese Francesco Broccolo, 27 anni, insegna all’Agraria di Macerata

Macerata, 6 ottobre 2024 – “Porto nel web anche quelle conoscenze perse negli anni, come le erbe che un tempo raccoglievano le nonne, e soddisfo le tante curiosità sul verde”. Il 27enne civitanovese Francesco Broccolo, insegnante all’Agraria di Macerata, è un nome molto noto nella Rete, avendo 67.400 follower su Instagram che seguono i suoi video sulla natura, sulle piante e sulle erbe. “Ne ho pubblicati 250 – aggiunge – e la rubrica più seguita è quella sulle piante stron*e, quelle che creano problemi”.

Broccolo, quali sono queste piante così fastidiose?

“Si pensi all’Ailanto o albero del paradiso, una pianta originaria della Cina arrivata in Italia ai primi dell’Ottocento, che produce un diserbante naturale capace di distruggere ciò che la circonda. Oppure si pensi alla Panace di Montegazza che cresce nel Nord e provoca, a chi la tocca, delle bolle da curare con attenzione. E potrei continuare”.

A quali erbe si riferisce quando parlava di quelle che si raccoglievano tempo fa?

“La classica cicoria, la caccialepre, il grugno e il grespigno. E poi alla portulaca, ricca di omega 3, ai cardi selvatici che contengono ferro, il farinello, il galium utilizzato per fare il formaggio, perché faceva cagliare il latte”.

Qual è la sua pianta preferita?

“Sono diverse, però dico la piccolissima Hyoseris, una sorta di insalata selvatica, rara e morbidissima. È molto bella e la raccolgo quando la trovo, oltretutto è buona da mangiare”.

Qual è l’età dei suoi follower?

“Dai 18 ai 45 anni”.

Lei usa anche espressioni dialettali, come sono accolte da chi vive fuori regione?

“Abbastanza bene nel centro e nel meridione, è laziale il 20% di chi mi segue e mi scrive dicendo che gli ricordo il nonno. Sono minori i riscontri nel Nord, anche se poi c’è feeling quando lo capiscono”.

Con quale criterio sceglie l’argomento da trattare?

“In base a dove mi trovo, a ciò che vedo, se c’è qualcosa che mi ispira, qualcuno mi chiede qualcosa su una pianta e quando la trovo ci faccio il video. Per esperienza diretta, quando a scuola mi parlano di un caso”.

Qual è il problema maggiore del verde cittadino?

“Utilizzare piante che non c’entrano nulla con noi o impiegarle male. Per esempio non vivranno bene 10 lecci piantati in pochi metri quadrati oppure creare parchi acquatici riempiendoli di pini e allori che non si addicono a quell’ambiente. Un altro problema è monumentalizzare le piante: se è malata è meglio tagliarla e piantarne un’altra”.

Le palme sono fuori tema nei luoghi di mare?

“Non c’entrano nulla ma ce ne sono tantissime con la conseguenza di avere standardizzato l’ambiente”.

Quale potrebbe essere l’alternativa?

“Ci sono molte soluzioni: gli ulivi, i tamerici, i lecci o arbusti come le ginestre. C’è pure il pitosforo, una bella pianta originaria dell’Asia che si è ambientata molto bene”.

Qual è la soddisfazione che le dà questa attività sulla Rete?

“Quella dell’insegnante, essere apprezzato”.

Aveva paura di apparire in video oppure si è buttato senza timore?

“Tutto è partito dall’amico Vittorio Gattafoni, un regista di Potenza Picena, che mi ha spinto a compiere questo passo e a essere naturale, alla fine ho ceduto anche se mi vergognavo”.

Qual è la causa per la quale molte piante ed erbe sono sparite o la loro presenza si è ridotta sensibilmente?

“L’uso indiscriminato dei diserbanti, ora qualche ceppo di biodiversità si trova e io lo raccolgo gettando i semi nel mio appezzamento”.

I suoi video possono aver spinto qualche giovane a imboccare questa strada?

“Una madre mi ha scritto che la figlia si è iscritta all’Agraria, così come tanti ragazzi che sono appassionati dell’agricoltura e vi vedono il loro futuro”.

E Lei? Quando ha capito che il suo era nell’agricoltura?

“Da piccolo quando stavo in campagna con i nonni. Pensi che il mio trisnonno ha frequentato Agraria a Macerata nel 1869, cioè nell’anno della fondazione, e per cinque generazioni la mia famiglia ha fatto la stessa scelta. Io sono 14 anni che sto all’Agraria, prima come studente e ora come docente”.