Pizzeria, chiusura forzata "Lavoravamo per le spese, i parcheggi un problema"

Pizzeria, chiusura forzata  "Lavoravamo per le spese,  i parcheggi un problema"

Pizzeria, chiusura forzata "Lavoravamo per le spese, i parcheggi un problema"

Ha chiuso i battenti la pizzeria "Nene" in piazza Annessione, a un passo dai Cancelli. Pandemia e rincari delle materie prima hanno messo in ginocchio i gestori, Hany Elsayed e la moglie Svetlana. Hanno provato a resistere, ma alla fine, davvero a malincuore, si sono visti costretti a gettare la spugna. "Siamo rimasti indietro con l’affitto, il lavoro era calato tantissimo con il Covid. Il giro di universitari si è ridotto di molto, specialmente nel periodo delle lezioni a distanza". E poi l’attività non ha più ripreso il ritmo di una volta. "Macerata è così piccola per la quantità di ristoranti, pizzerie, posti per mangiare spuntati anche di recente, non c’è abbastanza gente in giro per tutti questi locali. Il maceratese poi all’inizio è curioso, vuole provare le novità, ma dopo un po’ si stanca e gli affari in automatico iniziano a calare". Oltre ai problemi portati dalla pandemia, è arrivato il caro bollette: "Tutti i prezzi delle materie prime, poi, sono schizzati alle stelle. Penso alla mozzarella, aumentata del 50 per cento, ma anche i funghi, i carciofini, le scatole per le pizze. L’olio di semi di girasole costa come l’oro ormai, il prezzo è andato alle stelle. Anche quello della luce è triplicato".

Poi c’erano da sostenere tutte le altre spese: "Il commercialista, l’affitto, il pizzaiolo nostro dipendente". Nonostante tutto, "ho scelto di non aumentare i prezzi, anche se ho visto che molti l’hanno fatto. Anche perché oggi i clienti stanno attenti anche ai centesimi. Durante la pandemia, abbiamo lavorato sempre con l’asporto, ma non bastava. Le giornate si sono fatte sempre più complicate. Anche dopo il periodo del Covid, quando facevamo le offerte veniva parecchia gente, ma nei giorni normali, quando il prezzo era standard, arrivavamo a vendere una ventina di pizze al piatto. Un numero non sufficiente per farcela. Il proprietario del locale ci è venuto incontro, dandoci modo di pagare con calma gli affitti nel periodo più difficile. Ma purtroppo non è bastato nemmeno questo. Quando abbiamo visto che era impossibile andare avanti così, abbiamo deciso di chiudere. Ci è dispiaciuto tantissimo". Quell’attività "l’avevo creata io – sottolinea Elsayed –, ci tenevo molto. Ma a un certo punto o lavori solo per pagare le spese o te ne vai a casa. Adesso mia moglie è disoccupata, mentre io lavoro alla Fillea Cgil".

Hany e Svetlana aprirono l’attività nel 2013 in corso Cairoli: "Poi, abbiamo deciso di scommettere sul centro storico e nel 2016 ci siamo trasferiti ai Cancelli, pensando che gli affari sarebbero andati meglio. Non è stato così. L’amministrazione, a partire dal sindaco, dovrebbe creare più occasioni per gli universitari ma anche famiglie, i cittadini tutti, bisogna puntare su iniziative in centro. Invece non c’è mai nulla". Elsayed, originario dell’Egitto, è in Italia da vent’anni. "Ricordo quando arrivai a Macerata, il centro era vivo, c’era il locale le 4 Porte, ad esempio, che attirava moltissima gente. Adesso, spesso, le persone non hanno motivo di venire in centro. Oltre a questo, non sanno dove parcheggiare, molti rinunciano a priori. Il Comune – conclude – ogni tanto potrebbe anche togliere il divieto di transito e lasciare libero l’accesso al centro".

Chiara Gabrielli