Non sarebbe stato uno scontro frontale fra l’autoarticolato Volvo e l’Audi Q5, guidata dal portorecanatese Attilio Pierini, a uccidere quest’ultimo, quanto uno scontro tra le fiancate sinistre di entrambi mezzi. Questo è quanto emerso ieri pomeriggio dall’autopsia effettuata dal medico legale Antonio Tombolini sulla salma di Pierini, disposta con lungimiranza dalla procura teramana chi fin dall’inizio aveva avuto grandi dubbi sulle prime ricostruzioni del tragico incidente, che è costato la vita al 38enne giocatore di basket. Dalle analisi effettuate sulle ferite del corpo, e stando al medico legale Tombolini, la morte è avvenuta sul colpo e causata da un gravissimo trauma cerebrale. Non solo. Le lesioni sul capo inducono a ipotizzare che lo scontro non sarebbe andato così come ricostruito in prima battuta dalla polizia stradale, e cioè frontale. L’impatto sarebbe stato tra la fiancata sinistra dell’autoarticolato Volvo e sempre la parte sinistra dell’Audi Q5 di Pierini. Al vaglio della polizia stradale e della procura teramana, dunque, finiranno i fotogrammi delle telecamere che hanno ripreso l’incidente: bisognerà rivedere le traiettorie dei due mezzi, e da lì capire le eventuali responsabilità di ambedue le parti. L’incidente era avvenuto martedì pomeriggio, lungo l’autostrada A24.
Verso le 17, Pierini era al volante della sua Audi Q5 e, insieme alla moglie Francesca Polli, si stava dirigendo verso la Capitale. Ma poco prima del traforo del Gran Sasso, la carreggiata in direzione Roma che stavano percorrendo era a doppio senso di marcia, per via di alcuni lavori. Poi l’Audi del portorecanatese si sarebbe forse spostata verso l’altra carreggiata, quando si è scontrata con un autoarticolato Volvo che andava in senso opposto.
Un impatto tremendo, che non aveva lasciato scampo al 38enne. Domani pomeriggio è previsto il rientro della salma di Pierini a Porto Recanati all’oratorio Don Bosco, dove martedì, alle 17.30, sarà celebrato il funerale. Le offerte che verranno raccolte durante la funzione religiosa saranno devolute dalla famiglia alla Fondazione ospedale Salesi di Ancona e alla Lega del Filo d’Oro di Osimo.
Giorgio Giannaccini