REDAZIONE MACERATA

Piano casa: 160 richieste di demolire e ampliare

In due mesi lo stesso numero di un anno. Cambiano volto intere vie con un’esplosione di volumetrie. Spazzata via parte della storia edilizia cittadina.

Piano casa: 160 richieste di demolire e ampliare

Boom di progetti del Piano casa depositati in Comune. Alla fine dello scorso anno sono state 160 le pratiche presentate, al fotofinish. La legge, che consente l’ampliamento degli edifici fino al 40% della loro volumetria, scadeva a dicembre 2023 e in poche settimane c’è stata la corsa di imprese edili e proprietari di case a depositare le richieste per rientrare entro i termini e sfruttare il vantaggio. Così, negli ultimi due mesi si è toccato il record dei Piani casa protocollati, con un numero che ha eguagliato la media annua, che in città è stata di circa 150 progetti, in una frenesia che sul territorio comunale sta alimentando l’esplosione dell’economia che gira intorno al mondo del mattone. Altri cantieri verranno aperti a Civitanova nei prossimi mesi per la demolizione di edifici con l’ampliamento della loro volumetria, interventi destinati a cambiare il volto di tante strade dove, al posto delle vecchie abitazioni monofamiliari, sorgeranno condomini da tre o da quattro piani. Ruspe ovunque e ieri mattina è iniziato in corso Garibaldi l’abbattimento di una casa in mattoncini, con cornici esterne, una costruzione che parlava della storia dei primi del 900. Anche qui si agisce nei parametri del Piano casa e al posto del vecchio edificio di un solo piano sorgerà una palazzina di tre piani più un attico al quarto. Un esempio di demolizione che non ha tenuto conto del preesistente ed è quello che sta succedendo in molti quartieri. Accade in corso Garibaldi come è accaduto soprattutto nel rione di Villa Eugenia, una dinamica edile che sta cambiando lo sky line di molte zone. L’esistente non è visto come risorsa, ma solo come simbolo del ‘vecchio’ da spazzare via per fare spazio al nuovo. Ma, d’altronde Civitanova è la città che ha smantellato senza conservare praticamente nulla del comparto della ex fabbrica Cecchetti e di tutti i suoi capannoni, che era un magnifico simbolo di architettura industriale, per fare spazio a una lottizzazione di palazzi, uffici e negozi senza anima.

Lorena Cellini