Permessi falsi, patteggiano in due

Potenza Picena: documenti a pagamento ai sudamericani, faranno tre anni di lavori di pubblica utilità

Permessi falsi, patteggiano in due

Permessi falsi, patteggiano in due

Permessi di soggiorno in cambio di denaro. Per questa accusa hano patteggiato ieri Aldo Giustozzi e Luciano Amedeo Soffiato. Sconteranno i tre anni di pena facendo lavori di pubblica utilità. La vicenda vedeva imputate cinque persone, tra le quali un agente della polizia locale di Civitanova, accusate di aver messo in piedi un’organizzazione per regolarizzare, a pagamento, immigrati sudamericani. Le accuse sono corruzione, violazione della legge sull’immigrazione e falso.

Tutto era partito nel 2020, quando i carabinieri a Potenza Picena avevano rilevato un anomalo aumento di pratiche per la cittadinanza da parte di cittadini sudamericani. In moltissimi casi, intermediario di queste pratiche era Aldo Giustozzi, 65enne di Morrovalle, titolare di un’agenzia a Potenza Picena. Dalle indagini del Reparto operativo dei carabinieri di Macerata, erano emerse parecchie anomalie sui documenti prodotti. Stabilirne la falsità era difficile, tranne in un caso: l’avo di un presunto potentino avrebbe avuto un figlio a due anni, a leggere quelle carte. Con le indagini, nel mirino erano finiti anche gli argentini Pablo Gabriel Buschini e Luciano Amedeo Soffiato, la brasiliana Loriane Ribeiro Borelli, e l’ispettrice della polizia locale di Civitanova Eleonora Papili. Secondo l’accusa, Giustozzi e i collaboratori avrebbero proposto sui social il pacchetto "Amada Italia" ai sudamericani: 4.500 euro per avere i documenti, tre mesi di accoglienza in zona e infine la cittadinanza. Il Covid però a un certo punto aveva reso più complesso venire in Italia, per questo nell’estate 2021 Giustozzi aveva iniziato a documentare che gli argentini volevano imparare l’italiano a Roma, producendo le fatture dei corsi, che però nessuno aveva mai frequentato. A Civitanova, l’agente Papili avrebbe agevolato i controlli agli immigati: in cambio di consulenze per la figlia e per un amico straniero, l’agente avrebbe concordato con Giustozzi i sopralluoghi per attestare la presenza degli stranieri.

Giustozzi e i collaboratori sudamericani erano dunque accusati di violazione della legge sull’immigrazione per i falsi corsi di italiano; Giustozzi e Papili sono imputati di corruzione, e solo Papili di falso.

Papili, Buschini e Ribeiro sono già stati rinviati a giudizio. Giustozzi e Soffiato invece, con gli avvocati Danilo Bompadre, Valeria Attili, Paolo Parisella e Melissa Dominici, hanno chiesto di patteggiare. Ieri, davanti al giudice Claudio Bonifazi in tribunale a Macerata, hanno concordato la pena di tre anni, convertita in tre anni di lavori di pubblica utilità.