Rinviata a giudizio la ex direttrice delle Poste di San Ginesio, accusata di peculato e falso in atto pubblico: l’imputata, Tiziana Paternesi, si sarebbe impossessata di 9mila euro presi dal bancomat e di 5mila euro di due clienti. Ma la ex direttice, difesa dagli avvocati Paolo Giustozzi e Donatello Prete, respinge ogni accusa e assicura di poter dimostrare in aula la sua innocenza in merito alla vicenda. Ed è quello che farà il 28 aprile 2025, davanti al collegio, quando si aprirà il processo. Accogliendo la richiesta del pubblico ministero Enrico Riccioni, il giudice Daniela Bellesi ieri ha rinviato a giudizio l’imputata.
Gli episodi finiti nel mirino della procura sarebbero avvenuti il 5 agosto e poi il 25 settembre del 2021, a San Ginesio. Nel primo caso la donna, utilizzando i dati anagrafici di una coppia di clienti, due cinesi, per l’accusa avrebbe attestato falsamente che i due erano andati a fare due vaglia da 2.500 euro ciascuno, somma che invece avrebbe intascato lei. Nel secondo episodio, la direttrice avrebbe registrato di aver ricaricato lo sportello automatico Atm con 105.480 euro, invece ne avrebbe messi solo 96.120 euro, tenendo 9.360 euro per sé. Alla ricarica successiva, un altro dipendente avrebbe trovato solo 8.800 euro invece di quelli che avrebbero dovuto esserci, 18.160, e così sarebbero scattati i vari accertamenti. Alla fine, la ex direttrice dell’ufficio postale è finita sotto inchiesta. La donna nega le accuse, assicurando di non aver mai preso un euro, e di non essere neppure stata in ufficio quando sarebbero avvenute le sottrazioni di denaro. I due cinesi si sono costituiti parti civili al processo, e sono difesi dall’avvocato Andrea Tonnarelli.
Chiara Marinelli