LORENZO MONACHESI
Cronaca

Parcaroli dimesso dopo l’intervento: "Ho rischiato di non raccontarla"

Il sindaco: mangio male, dormo poco e corro sempre. I medici dicono che devo ridurre lo stress

Parcaroli dimesso dopo l’intervento: "Ho rischiato di non raccontarla"

Il sindaco Sandro Parcaroli con lo staff di Cardiologia, dove è stato operato d’urgenza domenica scorsa. Il primo cittadino stava poco bene da giorni, così ha deciso di passare al pronto soccorso

"Meno male che mi sono sottoposto a quella visita di controllo, avevo un’arteria chiusa ed ero a rischio di infarto. Ora dopo l’intervento d’urgenza dell’altro giorno mi sento molto più tranquillo". Ieri il sindaco Sandro Parcaroli è stato dimesso dall’ospedale di Macerata dove è stato sottoposto a un’operazione. "Non stavo bene – ricorda – e avevo un po’ di affanno, così ho fatto un accertamento".

Sindaco, cosa ha provato quando le è stato detto che si sarebbe dovuto operare?

"Sollievo, ho pensato quanto sia stato importante controllarmi, perché ero a rischio infarto avendo un’arteria chiusa".

I medici quale consiglio le hanno dato per il futuro?

"Meno stress e di stare attento a tavola. Conduco in effetti una vita intensa e vado sempre di corsa".

Non è che hanno influito le ultime fibrillazioni in maggioranza?

"No no, non è quello. Mangio male e dormo poco, ma corro sempre. Ripeto, conduco una vita stressante".

Quante telefonate ha ricevuto in questi giorni?

"Tante e anche molti messaggi da ogni parte d’Italia".

Naturalmente anche dal mondo della politica?

"Sì, anche da personaggi molto famosi".

Qualche nome?

"Diciamo i più importanti".

Ha ricevuto chiamate dall’opposizione cittadina?

"Sì, ripeto ho ricevuto messaggi da tutti".

Questa vicinanza vuol dire che in questi anni ha fatto bene.

"Sono quello che sono e le persone hanno capito chi è Sandro Parcaroli".

Cosa dovrà fare nei prossimi giorni?

"Mi hanno detto di stare un po’ a riposo e di stare attento".

Da questa vicenda cosa ha appreso?

"L’importanza di controllarsi ogni tanto, se non l’avessi fatto non l’avrei raccontata".

Quindi in futuro si sottoporrà ad altri accertamenti?

"È naturale, non dimentichiamo che il mese prossimo compirò 68 anni".

Da paziente quali impressioni ha avuto dal reparto?

"Sono tutti bravi, sentivo come si comportavano con i pazienti, un reparto è così familiare quando ci sono persone gentili e disponibili".

È ancora convinto che Macerata abbia bisogno di un nuovo ospedale?

"Certo che serve. Noi possiamo contare su un personale medico e infermieristico eccellente, dobbiamo garantire loro un ambiente dove non debbano lavorare stretti e in quelle condizioni che ho visto, ma hanno bisogno di spazi".

Occorre quindi impegnarsi perché il capoluogo possa avere una nuova struttura.

"Noi abbiamo un signor ospedale, ma è vecchio e ne serve uno nuovo. Ogni giorno il personale svolge un lavoro encomiabile e non si tira mai indietro, dobbiamo garantire un ambiente giusto. Poi è chiaro che siano necessarie le attrezzature perché la tecnologia fa passi da gigante e occorre stare al passo con i tempi".

La differenza è però data dall’uomo.

"Prima di tutto c’è la persona e ho riscontrato la validità dei reparti. Sono stato operato in anestesia locale e durante l’intervento il dottor Francesco Pellone si rivolgeva all’equipe dicendo “grazie“, “prego“ e non fai questo o quello. Questa calma e gentilezza fanno la differenza e io l’ho avvertita in ogni componente, dai medici agli infermieri e al personale".

Un intervento così in anestesia locale?

"Non ho sentito nulla, a un certo momento ho chiesto al dottor Pellone quando avrebbe finito e lui aveva già completato".