di Antonio Tubaldi
"Caro Papa, sono Francesco e le volevo chiedere un appuntamento dove vuole lei. Io mi devo confessare per tutti i peccati commessi". È solo una delle lettere che gli alunni della 2^B della scuola Patrizi hanno scritto a Papa Francesco e a cui il Pontefice ha risposto incoraggiandoli "ad essere ogni giorno operatori di fraternità e di bontà diventando testimoni di pace tra i coetanei". A far da tramite il loro professore di religione, Don Roberto Zorzolo, che confessa al Papa che "dopo 34 anni d’insegnamento ogni giorno sono sempre meravigliato dalla naturalezza dei ragazzi, testimonianza di un cuore sincero e la conferma che se non ritorneremo come bambini … non entreremo mai"! A scrivere al Papa è Glauco che desidera incontrarlo perché "mi vorrei confessare per aver detto troppe parolacce e mancato di rispetto ai miei genitori e poi Lei è la persona più vicina a Dio e, quindi, se incontro Lei è come se incontrassi Dio". Serena chiede "una benedizione alla mia famiglia. Non mi posso lamentare perché ho sempre avuto tutto, non mi manca niente. Però un po’ di pace quella sì". Altrettanto lo chiede Dafne mentre il desiderio di Gioia è "di stare bene insieme alla mia famiglia, di avere sempre il cibo a tavola, di far finire al più presto tutte le guerre", Sofia, invece, chiede per la sua bisnonna che "da un po’ di settimane sta prendendo più medicine e sta male, la vedo sempre più strana e impaurita". I ragazzi sono anche curiosi della vita del Papa: "perché è diventato Papa? Quale è stato il suo peccato più grande? quale scuola ha fatto"? chiede Jacopo a cui fa eco Simone: "cosa mangia a colazione, pranzo e cene"? Alessandro, invece, è curioso di sapere "com’è la vita da Papa e cosa fa durante il giorno?" Irene confessa che "non ho mai fatto la comunione e perciò vorrei se può darmi la possibilità di convincere me stessa e i miei genitori a farla"; Gaia ha l’urgenza di confessarsi "perché certe volte mi comporto un po’ male, con mio padre sono parecchio scontrosa e vorrei migliorare" mentre per Lara: "una confessione ogni tanto non fa mai male e soprattutto avere una confessione importante da una persona come Lei è un onore". E poi c’è Ginevra, Davide, Alessandro, Caterina, Irene e Jurgen che punta al "lavoro di squadra fra gli amici senza insulti, a portare fiducia e comunicazione tra la famiglia, che nessun bambino sia orfano, trovare cure per malattie, portare la pace al mondo". Infine Ilian "Signor Papa non so che cosa chiederle, ma vorrei stringerle la mano per dirle grazie".