Macerata, 26 novembre 2018 - Insulti e proteste all'indirizzo di Innocent Oseghale, il nigeriano accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro (foto), oggi rinviato a giudizio. Leggendo una dichiarazione spontanea durante l'udienza preliminare del processo, l'uomo si è scusato "con Pamela e con la famiglia". "Ma - ha ribadito - non l'ho uccisa io". Nei suoi confronti si procederà con rito ordinario.
I suoi legali avevano chiesto al gup l'abbreviato, condizionandolo alle testimonianze di una tossicologa e del pentito, che ad agosto riferì alla pubblica accusa alcune confidenze ricevute dal nigeriano, compagno di cella a Marino del Tronto. “Spiace che non sia stata accolta la richiesta di rito abbreviato, concordata con la difesa, perché quello in Assise sarà un processo che si protrarrà nel tempo, con 50 testimoni da sentire”. È il commento del procuratore di Macerata, Giovanni Giorgio. “Faremo di tutto per ridurre il procedimento al tempo strettamente necessario - ha aggiunto - mediante un 'patteggiamento' sulle prove, dando spazio al giusto contraddittorio con la partecipazione di consulenti e periti”.
Cori per la ragazza fatta a pezzi e urla (video) sono stati scanditi stamattina nei confronti del nigeriano, quando è uscito dal furgone della polizia penitenziaria, al tribunale di Macerata. Fuori dall'edificio c'era una folla di persone arrivate da Roma: "Bastardo, lasciatelo a noi, pure i processi gli facciamo a questi".
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Clima di tensione che non si è attenuato neanche dopo. Contestati infatti anche gli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi: “Avvocato zozzo, non ti vergogni? Difendi gli italiani! Gli avvocati che difendono 'sti animali, non riesco a capirlo". Grida anche all'indirizzo del sindaco Romano Carancini (video). "Il Comune si costituirà parte civile al processo - ha dichiarato il sindaco davanti al tribunale - perché riteniamo che il fatto abbia colpito e danneggiato la comunità, l'anima della comunità, e anche la città". "Siamo fiduciosi nella giustizia, è il giudice che ha il compito di valutare le prove, di forme di ultrà non abbiamo bisogno", ha sottolineato riferendosi alle contestazioni fuori dal tribunale.
I familiari, il Comune di Macerata e il proprietario dell'appartamento di via Spalato sono stati ammessi come parti civili al processo. "Oggi c'è Oseghale come unico imputato - ha detto Marco Valerio Verni, il legale della famiglia Mastropietro, e zio di Pamela -, ci auguriamo che le indagini proseguano, è improbabile che abbia fatto tutto da solo".
Innocent Oseghale ha rilasciato una dichiarazione spontanea davanti al giudice Claudio Bonifazi. "Chiedo scusa a Pamela e alla sua famiglia - ha detto leggendo una lettera -, ma non l'ho uccisa io, ho sbagliato a non chiamare l'ambulanza". "Stavamo bene insieme - ha aggiunto -, ho cominciato male la mia vita in Italia, ma non l'ho uccisa". “Ho incontrato lo sguardo di Oseghale e lui ha abbassato gli occhi, le sue scuse per me sono una presa in giro”, ha commentato la madre di Pamela Mastropietro, Alessandra Verni, dopo l'udienza preliminare.
Urla e insulti nei confronti del nigeriano anche all'uschita dal tribunale, dopo l'udienza preliminare: "Assassino" e "Ergastolo!".