Montecassiano (Macerata), 12 febbraio 2021 - La mente è stata la figlia, Arianna Orazi, che avrebbe predisposto il piano di omicidio almeno fin dal 16 dicembre, l'esecutore materiale dell'assassinio è stato il nipote, Enea Simonetti. Questa la ricostruzione degli inquirenti, con le indagini guidate dal procuratore capo di Macerata, Giovanni Giorgio e condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Macerata e che ieri hanno portato agli arresti di Arianna ed Enea per l'omicidio di Rosina Carsetti, 78 anni, uccisa nella sua villetta di Montecassiano il pomeriggio del 24 dicembre.
Il focus Omicidio Rosina Carsetti, la procura: "La figlia, il nipote e quei cinque minuti d'orrore"
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Per entrambi, l'accusa è di omicidio volontario premeditato pluriaggravato e per la figlia di aver diretto e organizzato la cooperazione dei complici, nonché di maltrattamenti verso Rosina. Il giudice ha ritenuto coinvolto nell'esecuzione del delitto anche Enrico Orazi, 79 anni, marito della vittima. Secondo quanto emerso, Rosina è stata soffocata (ci vogliono cinque minuti per farlo) e l'omicidio sarebbe avvenuto tra le 17 e le 17.30 del 24 dicembre.
Il nipote
La notte successiva all'omicidio, interrogato dei carabinieri, Enea crolla intorno alle 5.30 del mattino. Dice che si è trattato di una messinscena (quindi non di una rapina a opera di un misterioso individuo mascherato) e che c'è stato un incidente (mortale) tra la madre Arianna e la nonna Rosina. Ripete poco dopo la stessa versione,a quel punto come persona indagata. Successivamente, in una conversazione con la madre, Arianna lo rimprovera severamente e dice che deve ripetere l'altra versione "fino alla morte". In un'altra occasione, il nipote si vanta con la madre del macello che aveva fatto in mansarda e riferisce di due schiaffoni dati al nonno, Enrico. Successivamente, la madre dirà al figlio di tacere anche perché gli inquirenti non penserebbero mai che a ucciderla (date le modalità) possa essere stata una persona di 70 chili (cioè Enrico) né lei.
Il marito
Enrico a un certo punto davanti agli inquirenti dice "Chiedo perdono a Dio per quello che ho fatto" e aggiunge che non poteva comportarsi diversamente.
La figlia
Almeno fin dal 16 dicembre, Arianna in una chat su Instagram con il figlio Enea si informa sulla possibilità di cancellare le chat. In un altro momento - non è stato possibile ancora stabilire quando con esattezza -, Arianna cerca su internet informazioni sul delitto della pittrice Rapposelli (anche quello un omicidio maturato in famiglia).
Le frasi
In famiglia, sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, a Rosina avevano tolto le disponibilità economiche e l'uso dell'auto. I familiari avrebbero detto che lei costava loro cinquemila euro all'anno. Rosina avrebbe venduto degli oggetti per disporre di più liquidità.
Le telefonate
Rosina ha tentato diverse telefonate, il 24 dicembre, tra le 16.48 e le 16.58. Solo in un caso c'è stata una risposta, una telefonata durata 16 secondi all'amica d'infanzia, che era ricoverata per Covid (e che morirà poi il 15 gennaio senza che gli inquirenti abbiano avuto modo di sentirla). Nella casa a Macerata di quest'amica, Rosina aveva trovato rifugio dopo che sarebbe stata aggredita dalla figlia Arianna, a ottobre. Le chiamate dal telefono di casa erano registrate, e secondo l'accusa i familiari sapevano che Rosina si era rivolta a un centro antiviolenza e che aveva fissato un appuntamento per il 29 dicembre, appuntamento a cui non fece in tempo ad andare.
Secondo l'accusa, Rosina sarebbe stata convinta a intestare la villetta al nipote, Enea, in cambio della promessa di poter disporre di nuovo dell'auto. Ma l'auto le sarebbe stata ridata solo per una settimana, e poi le sarebbe stata tolta di nuovo. Perquesto, si ipotizza il reato di estorsione.