Omicidio di Rosina Carsetti, quella vigilia di Natale nel sangue: le indagini e il processo

Il delitto è avvenuto nel 2020 a Montecassiano, in un primo momento i familiari parlarono di una rapina. In primo grado il nipote viene condannato all’ergastolo. Ora il marito confessa di aver ucciso la 78enne

In basso a destra la vittima Rosina Carsetti, di lato il marito Enrico Orazi; sopra a sinistra la figlia Arianna Orazi e a destra il nipote Enea Simonetti

In basso a destra la vittima Rosina Carsetti, di lato il marito Enrico Orazi; sopra a sinistra la figlia Arianna Orazi e a destra il nipote Enea Simonetti

Macerata, 29 maggio 2024 – Era la vigilia di Natale del 2020 quando Rosina Carsetti, 78 anni, è stata trovata senza vita nella sua casa a Montecassiano (Macerata). Oggi 29 maggio 2024, il colpo di scena: il marito ha confessato in aula di aver ucciso la moglie al culmine dell’ennesima lite.

Sommario

Il giorno del delitto e la versione della rapina in casa

Il 24 dicembre dalla villetta di via Pertini era arrivata una richiesta di aiuto disperata. I medici del 118 e i carabinieri, accorsi, avevano trovato l’anziana senza vita in cucina, e in casa il marito, la figlia e anche il nipote. I tre avevano dato una stessa versione: era entrato uno sconosciuto vestito di scuro, che aveva immobilizzato e chiuso in bagno Enrico Orazi, marito della vittima, preso a schiaffi e legato la figlia Arianna, per scappare con mille o duemila euro; più tardi era rientrato il nipote Enea, che aveva liberato madre e nonno e, con loro, scoperto il cadavere della nonna, nella cucina.

Il giorno dell'omicidio a Montecassiano, indagini nella casa della vittima Rosina Carsetti
Il giorno dell'omicidio a Montecassiano, indagini nella casa della vittima Rosina Carsetti

Omicidio e simulazione di reato: accusati i familiari

Fin da subito tanti vicini avevano segnalato che Rosina era una donna in difficoltà, esasperata dalla convivenza con i familiari. I litigi in casa, secondo le testimonianze, erano continui. Poi l'autopsia stabilisce che la donna è morta per soffocamento, mentre familiari insistono sulla pista della rapina. I familiari vengono accusati di concorso in omicidio e simulazione di reato. E si indaga anche per maltrattamenti.

Il funerale e i sopralluoghi nella villetta

Il 2 gennaio viene celebrato il funerale in forma privata di Rosina, prima però vengono prelevati dei campioni di Dna dal corpo della donna per le analisi scientifiche. Nei giorni successivi continuano i sopralluoghi nella villetta di Montecassiano: computer e cellulari dei familiari vengono passati al setaccio. I tre indagati per omicidio non rispondono alle domande degli inquirenti: restano in silenzio davanti al pm.

La relazione del medico legale

Il 14 gennaio il medico legale Roberto Scendoni, incaricato dalla procura di eseguire l’autopsia su Rosina, consegna la relazione preliminare, un documento sintetico con le cause della morte e l’orario. La clavicola e 14 costole fratturate: sono questi i segni individuati grazie all’autopsia. Le fratture si aggiungono ai segni intorno al collo, che fanno pensare a uno strangolamento. E la morte si colloca in un orario compreso tra le 16.30 e le 18.30.

L'arresto della figlia Arianna e il nipote Enea

All'alba del 12 febbraio vengono arrestati Arianna Orazi e il figlio Enea Simonetti, per l’omicidio premeditato della 78enne. Nessuna misura era stata disposta per Enrico Orazi, ritenuto coinvolto nella vicenda. Per il 79enne non si era ritenuto ci fosse bisogno del carcere. Secondo il racconto delle amiche Rosina viveva al freddo e senza acqua calda, privata dei regali che le facevano, privata dei fiori del suo giardino, costretta a vivere circondata nell’odio. Il 15 febbraio Arianna Orazi ed Enea Simonetti restano in silenzio nell’interrogatorio dal gip. La procura di Macerata intanto chiede i domiciliari anche per il terzo indagato, Enrico Orazi (marito della vittima), ma la richiesta non viene accolta. Poi Arianna cambia versione e ammette che il rapinatore non esiste.

Il nipote condannato all'ergastolo

Il 19 novembre 2024 marito, figlia e nipote rinviati a giudizio per omicidio: la prima udienza viene fissata a gennaio. Alla fine per il delitto, in primo grado, con sentenza emessa a dicembre del 2022, è stato condannato all’ergastolo il nipote dell’anziana, Enea Simonetti. Mentre il marito e la figlia, Enrico e Arianna, di 82 e 52 anni, sono stati condannati a due anni di reclusione per simulazione di reato (in un primo momento avevano parlato di una rapina finita male). Tutti e tre erano stati assolti dall’accusa di maltrattamenti in famiglia. Contro la sentenza di primo grado hanno fatto appello sia il sostituto procuratore Vincenzo Carusi, che aveva chiesto l’ergastolo anche per Arianna Orazi, sia l’avvocato Valentina Romagnoli, difensore del 24enne. Nessun ricorso avevano fatto invece gli avvocati Olindo Dionisi e Barbara Vecchioli per Arianna ed Enrico Orazi.

Il processo d'appello

Il 13 marzo 2024 inizia il processo d'appello con 15 testimoni chiamati a deporre ad Ancona. Nell'udienza del 10 aprile i testimoni sentiti confermano quanto detto davanti alla corte d’assise di Macerata, ma nel processo di secondo grado inizia a formarsi una contrapposizione più netta tra i tre familiari accusati del delitto. Il 24 aprile viene sentita o Irene Ortolani, l’operatrice del centro antiviolenza a cui, pochi giorni prima di Natale, si era rivolta Rosina. La corte d’assise d’appello di Ancona ripete l’istruttoria sul delitto soprattutto sotto il profilo dei maltrattamenti in famiglia, esclusi in primo grado a Macerata.

La confessione del marito

Rosina Carsetti è stata uccisa la sera della vigilia di Natale del 2020 a Montecassiano; il marito Enrico Orazi, 82 anni, ha confessato l'omicidio in aula nel corso della penultima udienza del processo d’appello
Rosina Carsetti è stata uccisa la sera della vigilia di Natale del 2020 a Montecassiano; il marito Enrico Orazi, 82 anni, ha confessato l'omicidio in aula nel corso della penultima udienza del processo d’appello

L'ultima udienza si è svolta oggi: il marito della donna, l’82enne Enrico Orazi, ha confessato in aula di aver ucciso la 78enne al culmine dell’ennesima lite. Ha letto un testo con il quale si assume le responsabilità dell’omicidio. “Quel 24 dicembre - ha detto - ho sorpreso mia moglie a fumare, nonostante le avessi chiesto più volte di smettere. Mi ha risposto male, non ci ho visto più, non so cosa mi è preso: l'ho afferrata per il collo e lei è svenuta"