CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Omicidio Rosina Carsetti, la procura: "La figlia, il nipote e quei cinque minuti d'orrore"

L'ordinanza di 200 pagine ricostruisce le indagini che hanno portato all'arresto di Arianna Orazi ed Enea Simonetti accusati di aver ucciso alla Vigilia di Natale la 78enne

Arianna Orazi, Enea Simonetti e il marito della vittima

Macerata, 12 febbraio 2021 - "Faremo una copia di tutti gli atti. Nell’ordinanza (di 200 pagine) sono richiamate tante indagini, estrapolazioni parziali, quindi dobbiamo definire la linea difensiva una volta avuto accesso al fascicolo". Lo ha dichiarato all’Ansa l’avvocato Andrea Netti, che con la collega Valentina Romagnoli difende i familiari di i Rosina Carsetti, strozzata e  uccisa a 78 anni in casa sua a Montecassiano nel pomeriggio della Vigilia di Natale, tra le 17 e le 17.20.

Arrestati la figlia Arianna e il nipote Enea. "L'orrore in quei cinque terribili minuti"

Questo il lasso di tempo, secondo la procura, in cui si collocano questi cinque minuti in cui è avvenuto l’omicidio. Gli avvocati attendono quindi la copia integrale del fascicolo, prima di definire la linea difensiva. I familiari avevano raccontato di una rapina finita male, ma la procura è andata avanti ipotizzando un omicidio maturato in famiglia e stamattina sono stati arrestati figlia e nipote di Rosina, Arianna Orazi ed Enea Simonetti, dai carabinieri, su ordine di custodia cautelare emesso su richiesta della Procura di Macerata (Arianna è stata portata nel carcere di Villa Fastiggi (Pesaro), Enea a Montacuto (Ancona). L'accusa è di omicidio volontario pluriaggravato e per Arianna di aver diretto e organizzato la cooperazione dei complici, oltre che di maltrattamenti verso Rosina. Il marito della 78enne Enrico Orazi, 79 anni,invece resta indagato per concorso nei vari reati contestati ma a piede libero. Arianna è ritenuta dalla procura l’organizzatrice di tutto, ed Enea Simonetti, 20 anni, è ritenuto invece esecutore materiale del delitto.

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Omicidio di Montecassiano: i movimenti nella villetta svelati dai telefonini - Indagini sui beni di famiglia - I familiari di Rosina pesati in ospedale

Nessuna parola spesa dai familiari per la vittima

"Nessuna parola spesa per la vittima" dai familiari sentiti dai carabinieri la sera dell'omicidio di Rosina. Questo elemento colpì profondamente i militari intervenuti, ha riferito il comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, tenente colonnello Nicola Candido. Le versioni fornite dalle persone in casa – il marito, la figlia e il nipote - presentarono incongruenze sospette agli occhi degli investigatori colpiti anche dal fatto che nelle ricostruzioni 'difensive' - una rapina messa in atto da un malvivente solitario mascherato e con i calzari ai piedi - "non facevano alcun riferimento alla morte della congiunta".

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I familiari riferirono che il ladro, dopo essere entrato da una portafinestra in cucina, aveva schiaffeggiato e immobilizzato Arianna con il filo del Folletto, aveva aggredito e chiuso in bagno Enrico Orazi, aveva ucciso Rosina; poi avrebbe preso circa 2mila euro prima di scappare. Circostanze escluse, secondo gli inquirenti, da tutte le indagini anche tecniche compiute dai carabinieri e dal consulente Luca Russo anche su telecamere di videosorveglianza e sui dispositivi informatici (pc, tablet, smartphone). Quanto alla presunta effrazione sulla portafinestra, ha precisato Candido, si trattava di un danno presente da tempo.

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Gli errori di Arianna: così è saltato il 'piano perfetto'

Arianna dice di aver commesso degli errori. Ascoltando conversazioni di Arianna, gli inquirenti l'hanno sentita elencare quelli che lei ha chiamato errori fatti nel piano: non aver addormentato i cani (che erano fuori nessuno li ha sentiti abbaiare al fantomatico rapinatore), non aver detto che il figlio si era intrattenuto in garage per più tempo prima di tornare in casa dal supermercato e liberare i due familiari e non aver messo in tasca i soldi del bottino trovati dai carabinieri in una borsa di un'auto di famiglia.

Il regalo dei vicini per Rosina lasciato fuori casa

Un altro errore, secondo la procura, è stato quello di aver lasciato il regalo portato dai vicini a Rosina, quel pomeriggio: avevano chiamato da fuori ma non aveva risposto nessuno. A casa Orazi non c’è un campanello ma era prassi chiamarla dall’esterno a gran voce. Quel giorno anche i vicini si unirono e chiamarono a gran voce, ma non rispose nessuno. Da casa Orazi poi non si sentiva assolutamente nulla, contrariamente a quanto detto da Arianna che parlò di due televisori ad alto volume. Gli amici quindi se ne erano andati lasciando lì fuori il loro dono. Perché non è stato portato in casa da Arianna e consegnato alla madre, dal momento che Arianna uscì fuori di casa per pochi attimi quel pomeriggio? Vide il regalo ma non lo portò in casa, lo lasciò all’esterno. Perché? Forse perché gli è apparso inutile, e anzi pericoloso, dal momento che la mamma era già morta.

Il ruolo del marito della vittima: per madre e figlio la colpa sarebbe caduta su 'Enrichetto'

Dissero poi più volte, tra loro, madre e figlio, che la responsabilità sarebbe caduta soltanto su “Enrichetto”, il marito della vittima. La procura ha escluso per lui la premeditazione, ma sostiene che sia stato coinvolto nell’omicidio e non abbia fatto nulla per impedirlo.