REDAZIONE MACERATA

Non saluta l’assistente donna. L’arbitro Sacchi sulla graticola

Diventa un caso la mancata stretta di mano nel tunnel dello stadio di Lecce. C’è chi parla di gesto sessista, ma il protocollo prevede solo il saluto ai capitani.

Non saluta l’assistente donna. L’arbitro Sacchi sulla graticola

Prima stringe la mano al capitano del Sassuolo, poi – mentre si volta per salutare quello del Lecce – non batte il cinque all’assistente Francesca Di Monte che gli porgeva la mano. È bastato questo episodio, ripreso dalle telecamere, per far scoppiare una bufera sull’arbitro maceratese Juan Luca Sacchi. Sul web il fischietto 38enne è stato messo sulla graticola, accusato di scarso rispetto nei confronti della collega. L’episodio risale alla serata di venerdì, prima del fischio d’inizio della gara di Serie A tra Lecce e Sassuolo. Nel tunnel dello stadio Via Del Mare, le due squadre e la terna arbitrale sono pronte per entrare in campo: dalle immagini si vede Sacchi stringere la mano al capitano del Sassuolo Gian Marco Ferrari. Poi l’arbitro si volta, incrocia lo sguardo della sua assistente che gli porge la mano, ma passa oltre e saluta il capitano del Lecce, Gabriel Strefezza. Una scena che ha presto fatto il giro dei social, con il comportamento di Sacchi che è stato bollato da molti come un gesto sessista.

Come da politica del mondo arbitrale, nessun commento è arrivato dal diretto interessato. Ma fonti dell’Aia, l’Associazione italiana arbitri, hanno spiegato all’Ansa che "è assolutamente da escludere un gesto sessista e ovviamente anche uno sgarbo personale. Il problema per noi non esiste, è stato solo un gesto involontario e male interpretato: i due tra l’altro hanno dimostrato grande feeling in campo e il loro rendimento è stato ottimo. Stupisce, piuttosto, che si parli di sessismo all’interno di un’associazione che ha fatto dell’abbattimento di ogni barriera di genere uno dei suoi principali traguardi raggiunti". Peraltro – fa notare chi sul web ha preso le parti di Sacchi – il protocollo arbitrale prevede che nel tunnel l’arbitro saluti i capitani e non i suoi assistenti, cosa che invece avviene in campo prima del fischio d’inizio. Si tratterebbe quindi di un polverone creato senza motivi. Una spiegazione che però non ha placato le polemiche.