"Come Popolo Produttivo, comitato nazionale che rappresenta dieci categorie tra cui quella dei balneari, siamo pronti a tutelare e difendere in tutte le sedi opportune i diritti dei nostri associati e vogliamo ricordarlo ai dirigenti comunali e regionali, che lo Stato ha delegato nella sola gestione delle aree cittadine". Sono le dichiarazioni di Claudio Maurelli, coordinatore nazionale del Comitato, ammonendo che "esiste una legge dello Stato in vigore ed in decretazione (legge 11822), e sarebbe quindi incomprensibile assumersi dei rischi di firmare delle evidenze pubbliche dal 1 gennaio 2024". Dopo la scadenza dei termini delle attuali concessioni balneari. "E’ notizia di dominio pubblico - aggiunge Maurelli - il ricorso trasmesso alla Corte di Cassazione per verificare la legittimità delle sentenze del Consiglio di Stato, a nostro avviso di tipo politico". Maurelli conferma inoltre l’iniziativa dell’onorevole Bergamini, che il 10 novembre presenterà un’interrogazione sui problemi dei balneari. Dito puntato, soprattutto, sui dirigenti e tecnici degli enti regionali e locali, cui viene conferito il potere di decidere sui bandi. "Procedendo ad evidenze pubbliche a far data dal 1 gennaio 2024 - ammonisce sempre Maurelli - le responsabilità di un illegittimo affidamento a soggetti terzi a terzi, comporterebbero conseguenti palesi rischi di un possibile danno erariale milionario verso le famiglie, da accertare nella quantità e nelle modalità". A fronte di tutto ciò, il Popolo Produttivo annuncia la citazione in giudizio ordinario dei dirigenti, in quanto "la competenza giuridica in materia spetta alla Corte dei Conti e non ai dirigenti delle Regioni e dei Comuni".
Cronaca"Non devono decidere i dirigenti pubblici"