REDAZIONE MACERATA

NOI MACERATESI

La pace costa, ma è un prezzo che dobbiamo essere disposti a pagare. Togliere i cannoni, concedere, ammettere, persino perdere, se questo salva vite, è il prezzo da pagare per la pace. Non c'è partita tra vincere e vivere.

NOI MACERATESI

Gentile lettore, un attacco terroristico spietato non ha e non può avere giustificazioni. Dopo tutto quello che abbiamo vissuto e visto, sulla nostra pelle o a pochi passi da noi, nel passato più remoto come oggi stesso, ci ritroviamo ancora a fare i conti con la guerra. Ognuno accampa le sue ragioni, che alla fine sono sempre economiche, e la risposta è sempre la stessa, la corsa alle armi. Ma chi uccide ha sempre torto. Purtroppo, come ha scritto qualcuno, la pace costa, come tutti i beni preziosi per averla si deve essere disposti a pagare un prezzo molto elevato. Il discorso vale nel piccolo delle nostre case, e vale a livello mondiale. E pagare non significa armare i cannoni e accettare che soldati o civili possano anche morire, non è quello il prezzo. Volere la pace significa togliere dal campo i cannoni e correre il rischio di vedere cosa succede. Significa concedere, ammettere, dare ragione anche a chi secondo noi non ce l’ha, significa persino perdere, se questo diventa salvare qualche vita, che dovrebbe essere il bene più prezioso. Chi vuole davvero la pace, sa che deve sporcarsi per averla, ma tra vincere e vivere non dovrebbe esserci partita.