"E’ la fine di un incubo durato oltre 6 anni". Possono tirare un sospiro di sollievo la commercialista Stefania Antonelli e l’imprenditore agricolo Pier Giorgio Loddo, entrambi finiti nel mirino della Guardia di Finanza di Macerata e denunciati, nel 2015, per indebita percezione di fondi comunitari. Loddo, amministratore di un’azienda, con sede a Sarnano, di trasformazione e vendita di pellet per l’alimentazione animale, insieme alla sua consulente Antonelli, rispettivamente assistiti dagli avvocati Marco Massei e Giovanni Chiarella del Foro di Macerata ed entrambi di San Severino, sono stati assolti dall’accusa di frode comunitaria. Il Tribunale penale collegiale di Fermo, presieduto da Bruno Castagnoli, si è espresso assolvendo la commercialista con formula piena, per non aver commesso il fatto, e prosciogliendo Loddo per estinzione del reato. La Compagnia della Guardia di Finanza di Macerata, nel 2015, aveva contestato all’azienda Biofutura srl l’indebita percezione di fondi comunitari per oltre 400 mila euro concessi per la trasformazione del pellet per un importo totale di oltre un milione di euro. La procura di Fermo, competente per territorio, aveva iscritto nel registro degli indagati, oltre alla società, il Loddo e la Antonelli ritenendoli artefici del reato. "E’ la fine di un incubo durato oltre 6 anni" è il commento della Antonelli. Proprio lei aveva dovuto subire le conseguenze più pesanti a seguito delle indagini e del processo: "La professionista - spiegano Massei e Chiarella - si è vista costretta a dover affrontare un processo penale con accuse pesantissime dalle quali però è stata completamente scagionata. Proprio a causa di queste accuse, poi rivelatesi infondate, la consulente si era cancellata dall’albo dei commercialisti e quindi ha visto gravemente compromessa la propria attività lavorativa, macchiata da un’accusa infamante rivelatasi poi infondata. C’è quindi la soddisfazione per una sentenza che riporta verità e giustizia - concludono i due legali - ma rimane ovviamente l’amarezza per chi ha dovuto attendere oltre 6 anni per poter veder riconosciuta la propria innocenza".
Gaia Gennaretti