Un noto ristoratore e pittore della costa era stato accusato di aver maltrattato la moglie, approfittando del fatto che lei fosse ricoverata in ospedale. Ma, dopo anni sotto accusa, in tribunale l’uomo ha dimostrato che le accuse erano del tutto infondate. I fatti al centro dell’accusa sarebbero avvenuti tra il luglio e l’agosto del 2014 all’ospedale di Torrette. In più occasioni, secondo la procura, l’imputato avrebbe preso a schiaffi la moglie. Le avrebbe inoltre impedito di usare la padella, costringendola così a defecare e urinare a letto.
La moglie – secondo le accuse rivolte al ristoratore – sarebbe stata ridotta a uno stato di prostrazione e umiliazione totale. Il caso dunque è finito all’esame del giudice Carlo Cimini, in tribunale ad Ancona. Nel corso dell’istruttoria è stato sentito anche l’imputato, che aveva sempre respinto con decisione le accuse, assicurando al contrario di essersi occupato in prima persona delle cure della moglie e, per ben ottantasei notti, della assistenza anche all’interno dell’ospedale.
Alla fine il giudice Cimini ha ritenuto di condividere la ricostruzione degli avvocati difensori Gabriele Cofanelli e Damiano Corsalini, e ha assolto l’imputato con la formula più ampia, per non aver commesso il fatto di cui era stato accusato. Innegabile e profonda la soddisfazione dell’imprenditore, per ben sette anni sottoposto a una accusa pesante, tanto da essere punita con la reclusione da tre a sette anni.
p. p.