Colmurano, 30 giugno 2024 - “Quella zona è troppo pericolosa: va segnalata meglio, o per lo meno i soccorsi devono arrivare prima. Manuel, il turista-pompiere che si è tuffato, è stato un angelo. Ci ha permesso di riabbracciare Margherita, e in terapia intensiva siamo stati sempre con lei, fino all’ultimo”.
È il racconto della famiglia di Margherita Salvucci, la psichiatra 28enne, originaria di Colmurano e residente a Padova, che ha perso la vita a seguito di un incidente a Seixal, nell’isola portoghese di Madeira. Mentre era in vacanza con mamma Ornella, maestra elementare ed ex sindaco del paese, papà Piergiovanni e la sorella più piccola Ester.
Sono loro a parlare, insieme a Marco, il fidanzato di Margherita, che venerdì sera li ha raggiunti per dare un ultimo saluto al suo amore, all’obitorio.
“Ho fatto il prima possibile”, dice lui. Torneranno insieme oggi a Colmurano, in serata, con il volo già previsto per il rientro. Sullo stesso aereo per l’Italia (Roma) salirà anche Manuel, con cui ormai la famiglia ha stretto un legame.
Servirà più tempo per il ritorno della salma. “Forse potrebbero volerci due-tre settimane - spiega la mamma -, occorrono giorni per la traduzione di tutti i documenti necessari. Sono in continuo contatto con il console onorario, ha detto che posso chiamarlo in ogni momento”. L’autopsia è stata disposta, ma i familiari non sanno ancora di preciso quando verrà effettuata. Intanto alla famiglia continuano ad arrivare tantissimi messaggi di vicinanza e affetto. “Margherita era una ragazza speciale – prosegue la madre -, lo testimonia tutto l’amore, il supporto, che stiamo ricevendo in questi giorni”.
L’intera famiglia e Marco ci tengono però ad evidenziare alcuni aspetti, affinché non riaccada più quello che è successo a lei. “L’isola è bellissima – dicono – ma è indietro a livello di sicurezza. Le piscine naturali, pubbliche e piene di turisti, in cui stavamo noi al momento dell’incidente non sono però dotate di una segnalazione idonea”.
C’è solo un cartello, spiegano, che indica l’assenza di bagnino. Ma non avvisa del possibile arrivo di onde anomale e improvvise. “Noi stavamo nuotando e le acque erano tranquille – racconta Ester -, ci siamo avvicinate al muretto per vedere l’oceano sotto. Non c’è scritto che possono sopraggiungere onde così grandi, non potevamo saperlo”. “Margherita è finita in una trappola”, dice papà Piergiovanni senza mezzi termini. In pratica la situazione è cambiata improvvisamente, nel giro di un paio di minuti: un’onda anomala e potentissima ha scavalcato il muretto risucchiando, portando indietro tutto ciò che si trovava nella piscinetta naturale. E travolgendo Margherita. “Abbiamo chiesto immediatamente aiuto – proseguono i genitori nel ricostruire quei momenti terribili – e le persone presenti hanno lanciato verso nostra figlia due salvagente con la corda. Quando Margherita è caduta in acqua era viva, parlava, nuotava con tutte le sue forze ma non riusciva a prendere i salvagente. Non è né scivolata né ha sbattuto, da quello che abbiamo potuto vedere. Dal bar hanno chiamato il motoscafo con medico a bordo, arrivato dopo una ventina di minuti. Nel frattempo si è tuffato Manuel, un angelo. Lui dice di averla sentita parlare, perché ha capito che era italiana; Margherita è svenuta quando ha visto Manuel arrivare, un attimo prima che la prendesse”.
Dopo che Margherita è stata portata a riva, non cosciente, sono serviti altri quaranta minuti per il trasporto all’ospedale di Funchal. Tra tutto, secondo i suoi cari, è passata un’ora e mezza dall’incidente all’arrivo in ospedale. L’acqua nei polmoni e l’arresto cardiaco sarebbero stati determinanti, ma solo l’autopsia potrà dare delle risposte certe. “Quella zona va messa in sicurezza, ci hanno detto che in 23 giorni sono stati fatti 8 soccorsi – conclude la mamma -. Non deve capitare più quello che è successo. Lo dobbiamo a Margherita”.