Dopo la morte della madre, avrebbe minacciato la sorella e il fratello, insultandoli ad alta voce sotto casa e imbrattando l’androne del palazzo dove vivono con scritte come "ladri", "criminali". È finito nei guai, accusato di stalking, un uomo di 55 anni nato a Mogliano.
I fatti sarebbero avvenuti a partire dal mese di gennaio 2020, a Corridonia. Secondo l’accusa, il 55enne avrebbe minacciato e molestato la sorella, provocandole uno stato di ansia e di paura e costringendola a cambiare le proprie abitudini di vita. Dalla morte della loro madre l’uomo, secondo l’accusa, avrebbe effettuato diversi passaggi sotto casa della sorella e del fratello, urlando ad alta voce parole come "ladra" e altre. Lo stesso avrebbe fatto tutte le volte che incontrava la sorella in giro per strada, al punto che la donna aveva iniziato a evitare tutti i posti in cui poteva incontrare il fratello, proprio per non incrociarlo e per non essere seguita, riducendosi a restare quanto più tempo possibile chiusa in casa per la paura di essere insultata in mezzo alla strada, di fronte ad altre persone. Sempre secondo l’accusa, l’uomo avrebbe anche imbrattato l’androne del palazzo dove vivono i suoi due fratelli, nonché le vetrine di un locale sottostante la palazzina, con scritte come "ladri", "assassini", "criminali", "falliti", "matti", "andate a trovare al cimitero chi avete ammazzato", "carogne".
Alla fine del 2023, il 55enne avrebbe appeso all’ingresso della stabile un foglio in cui minacciava: "se qualcuno apre la porta senza la mia autorizzazione gli sparo in faccia". Dal 28 dicembre 2023, inoltre, avrebbe giornalmente, anche più volte al giorno, chiuso il contatore del gas della palazzina, commettendo in questo modo atti persecutori nei confronti della sorella. La donna, infatti, temendo per la sua incolumità, si era vista costretta a modificare le sue abitudini, per evitare spiacevoli incontri con il fratello. Così alla fine era partita la denuncia.
Accogliendo la richiesta del pubblico ministero Stefania Ciccioli, ieri il giudice dell’udienza preliminare Daniela Bellesi ha rinviato a giudizio l’imputato: il processo si aprirà il 10 febbraio. "Dimostreremo che si tratta di una vicenda complessa, in cui il mio assistito è in realtà una vittima" ha assicurato l’avvocato difensore Andrea Tonnarelli. La sorella si è costituita parte civile con l’avvocato Donatello Prete.
Chiara Marinelli