Macerata, 17 novembre 2024 – “O si viene divorati dal dolore per la scomparsa della sorella o si possono macchiare quella cicatrice e quel dolore con la scrittura, con un segno indelebile che nessuno potrà mai cancellare”. È quello che ha fatto Michela Graziosi, 47 anni di Sant’Angelo in Pontano, che ha scritto il libro “Non ho mai smesso di amarti” (Giaconi Editore) in cui parla della gemella Anna Lisa, scomparsa nel 2020 a causa di un tumore al seno. “L’ho scritto in due anni”.
Michela Graziosi, quando è stata diagnosticata la malattia a sua sorella?
“Nel 2012, poco dopo essere diventata madre. Ha lottato, ma quando sembrava avercela fatta il male è ricomparso quasi dopo cinque anni. È morta nel 2020 a 43 anni”.
Cosa le viene subito in mente pensando a lei?
“La gioia di vivere, la sua solarità, positività e la grande fede che l’ha sorretta in ogni momento. Aveva un grande desiderio: ha scritto a Papa Francesco il quale l’ha chiamata al telefono la domenica successiva alla Pasqua del 2020”.
È sempre stata decisa a scrivere lei il libro?
“Inizialmente no, pensavo di raccogliere del materiale da chi l’aveva conosciuta e frequentata quando un’amica mi ha detto che nessuno meglio di me avrebbe potuto parlare di Anna Lisa perché siamo sempre vissute in simbiosi”.
Avete quindi fatto un lungo percorso insieme?
“Abbiamo fatto lo Scientifico a Macerata e poi a Sarnano dopo il suo incidente che le impediva di prendere l’autobus. Abbiamo anche preso da privatiste la maturità magistrale e fatto nel 1999 il concorso per insegnare. Io non sono riuscita a superarlo quando vengo a sapere di un corso per il sostegno: entrambe facciamo il test di ammissione, lo superiamo e nel 2021 entriamo come insegnanti di sostegno alla Primaria. Ci siamo poi laureate in Scienza della formazione nello stesso giorno. Un anno abbiamo lavorato nella stessa classe e potrei continuare”.
Ricorda un aneddoto che la fa sorridere ancora?
“Una volta ci siamo scambiate all’interrogazione. Il giorno prima non aveva studiato e quando l’insegnante ha fatto il suo nome ci è bastato un sguardo, mi sono alzata al posto suo”.
Nessuno si è accorto dello scambio?
“Qualche compagno lo ha capito, ma non ha fiatato nessuno. Io e Anna Lisa eravamo due gocce d’acqua, l’unica differenza era un neo che ho sul mento”.
Come è andata la presentazione del libro?
“Benissimo. Il teatro era strapieno, la gente non stava lì per me ma per Anna Lisa, lei era come una calamita capace di attirare con estrema facilità le persone”.
Quali sono stati i riscontri da chi ha letto quelle pagine?
“Dicono di averle lette tutte di un fiato, c’è voglia di arrivare alla fine. Ogni capitolo attira il lettore e lo spinge al successivo. Poi è una narrazione autentica, in cui si nota che è stato scritto con il cuore. Chi la conosceva dice di rivederla”.
Lei ora porta avanti alcuni suoi progetti.
“Anna Lisa aveva fondato l’associazione Pro-muovi amo la vita, che si pone l’obiettivo di organizzare manifestazioni e di sensibilizzare la gente a stili di vita corretti, alle sane abitudini. Queste iniziative hanno l’intento di reperire fondi per la ricerca che destiniamo alla clinica oncologica di Ancona dove è stata in cura. Il secondo sabato di giugno si tiene Corriamo la vita, un passeggiata o corsa non competitiva per le vie di Sant’Angelo. Poi la sera c’è la cena. Anche i proventi del libro saranno interamente devoluti in beneficenza”.
In simili casi il rischio è lasciarsi travolgere dal dramma.
“Ho pensato a come lei avrebbe reagito, sarebbe stata una parte attiva e quindi c’è da guardare avanti, a cosa possiamo fare e c’è molto da fare. Tutti i proventi del libro saranno interamente devoluti alla ricerca”.