LORENZO MONACHESI
Cronaca

Menichelli tira le somme: "Il calzaturiero soffre, dati positivi dal turismo"

"Secondo le nostre previsioni, il comparto della moda, in particolare il settore calzaturiero, potrebbe continuare a soffrire anche nel 2025"....

"Secondo le nostre previsioni, il comparto della moda, in particolare il settore calzaturiero, potrebbe continuare a soffrire anche nel 2025". Giorgio Menichelli, segretario generale di Confartigianato di Macerata, Ascoli e Fermo, si addentra nel nuovo anno. "Sono invece positive le premesse per il turismo e i settori collegati, come enogastronomia e alimentare".

Menichelli, cosa ci lascia in eredità il 2024? "Un anno complesso e ricco di cambiamenti, che ha messo alla prova le nostre imprese. Non possiamo dimenticare le situazioni che continuano a impattare sul tessuto produttivo: dalla crisi energetica all’aumento dei tassi di interesse, che ha reso più difficile l’accesso al credito, penalizzando le micro e piccole imprese. A questo si aggiungono le emergenze climatiche e i riflessi di crisi globali come la guerra tra Russia e Ucraina, che hanno avuto ripercussioni, in particolare sul comparto moda e sulla domanda internazionale".

I dati sono incoraggianti per il turismo, qual è la nuova sfida? "Intercettare nuovi flussi provenienti da mercati emergenti come la Cina o l’India, che rappresentano un bacino potenziale di visitatori molto ampio. In quest’ottica, sarà cruciale la capacità di ‘vendere’ la regione come un’offerta turistica completa, integrata e diversificata. Il turismo può fungere da importante traino per l’intero sistema economico locale, valorizzando al contempo le eccellenze artigiane e alimentari che sono l’anima della nostra identità".

Qual è la richiesta più urgente che arriva dagli artigiani? "È possibile immaginare un’economia senza imprese? Direi di no. Perché sono proprio le micro e piccole imprese il cuore pulsante del Paese dove si genera Pil, fatturato e occupazione. E allora credo che la richiesta più urgente sia quella di essere riconosciute come un patrimonio fondamentale, una colonna portante dell’economia, e non, come purtroppo accade in alcune visioni culturali, percepite come un soggetto da ostacolare. Servono inoltre interventi concreti: un accesso al credito più agevole, incentivi mirati per l’innovazione e la transizione ecologica, e soprattutto una riduzione della burocrazia".

Tra gli artigiani c’è più ottimismo o sta prendendo corpo il pessimismo? "Noto un grande dinamismo, segnale della vitalità che caratterizza da sempre il mondo imprenditoriale. Le imprese continuano a innovare e a guardare avanti con coraggio, dimostrando una straordinaria capacità di adattamento anche in un contesto complesso. Tuttavia, non possiamo ignorare le difficoltà che persistono e che generano incertezza. Troppi fattori esterni, imprevedibili e fuori dal controllo delle imprese, rischiano di frenare chi invece ha ancora tanto da dare. Questa incertezza rischia di far prevalere il pessimismo, ma ciò che fa la differenza è la capacità degli artigiani di reagire. Dobbiamo quindi supportare il più possibile questo dinamismo con strumenti concreti".