Macerata, 16 febbraio 2022 - Sono meno di quelli indicati nel primo report del mese di dicembre, ma si tratta comunque di un numero significativo. Ieri sera, il consiglio direttivo dell’ordine dei medici della provincia di Macerata ha sospeso ventisei medici, perché non hanno regolarizzato la posizione rispetto all’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19. Questi si aggiungono ad altri tre medici dell’ordine provinciale già sospesi, mentre per altri sei o sette, la cui situazione è ancora in fase di verifica, la sospensione potrebbe scattare dalla prossima settimana. "Una scelta dolorosa e che non è stata certo presa a cuor leggero, ma obbligata, inevitabile, perché prevista dalle norme", spiega Romano Mari, presidente dell’ordine dei medici della provincia di Macerata. "È bene chiarire – aggiunge Mari – che si tratta di un provvedimento amministrativo con una durata limitata, la cui scadenza al momento è prevista per il prossimo 15 giugno.
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Sarà annotato sul fascicolo personale, ma non è un provvedimento disciplinare. Dal momento in cui il provvedimento è notificato, scatta il periodo nel corso del quale i colleghi non potranno esercitare la professione". Il consiglio dell’ordine dei medici ha operato con grande attenzione e accuratezza tanto che, visto anche l’elevato numero iniziale di posizioni da verificare, ha istituito una commissione ad hoc, composta dallo stesso Mari, da Sergio Fattorillo, Sauro Buongarzone, Michele D’Angelo e Maurizio Ruffini. Come noto, dal 26 novembre dell’anno scorso il compito di verificare la regolarità della posizione del personale sanitario rispetto all’obbligo vaccinale contro il Covid-19 è stato trasferito agli ordini professionali, chiamati ad analizzare i report settimanali inviati dall’ordine nazionale.
Il primo report, arrivato il 21 dicembre, indicava ben duecento medici (su circa 2.200 iscritti) con una situazione irregolare, ma proprio grazie all’attento lavoro di verifica dell’ordine provinciale il numero è progressivamente diminuito. "Nella prima fase, molte posizioni risultavano irregolari, perché molti medici, pur avendola prenotata, non avevano ancora ricevuto la terza dose di vaccino", spiega Mari. Proprio per questo, alla metà di gennaio, il numero era già sceso a ottanta medici, anche grazie al fatto che Mari ha sempre inviato ai diretti interessati una comunicazione, tramite Pec, affinché chiarissero la loro posizione. Molti l’hanno fatto, altri hanno provveduto a fare la prenotazione per la somministrazione del vaccino, altri ancora hanno specificato di trovarsi in situazioni particolari – documentate –, tali dunque da non poter ricevere il vaccino. Le scremature sono proseguite e il numero si è ridotto sempre di più, ma alcune decine di medici non hanno fornito spiegazioni né tantomeno regolarizzato la propria posizione. "Ci siamo presi anche un po’ di tempo in più rispetto al previsto – spiega ancora Mari –, poiché sospendere un collega non è certo piacevole, anche se il provvedimento è imposto dalla legge. Ormai, però, anche per una questione di correttezza nei confronti dei colleghi che hanno ottemperato all’obbligo, che sono la stragrande maggioranza, non si poteva più tergiversare. Era giunto il momento di decidere, e ritengo che sia stato giusto di farlo".