"Medici di famiglia, serve un cambiamento"

Il dottor Massaccesi esorta i professionisti a rimettere al centro il paziente: "Bisogna permettere l’accesso rapido a determinati esami"

"Medici di famiglia, serve un cambiamento"

Daniele Massaccesi, medico di base

Daniele Massaccesi, medico di base, torna sulla necessità di dare più ruolo attivo e autonomo al medico di medicina generale toccando alcuni aspetti che considera urgenti da risolvere, quali il maggior coinvolgimento del medico di famiglia, la migliore organizzazione dei servizi e più personale. "La nostra è una bellissima professione - afferma - ma oggi si tende a concentrarsi più sulla malattia che sulla persona. Prendiamo l’esempio di una polmonite: per un anziano solo è un problema molto diverso rispetto a un ventenne con un buon supporto familiare. Non si può considerare solo la patologia, ma l’individuo. Questo approccio purtroppo, però, si è un po’ perso".

Per Massaccesi è essenziale ridare al medico di medicina generale la possibilità di avere accesso rapido a esami di base come ecografie o elettrocardiogrammi urgenti. "Attualmente, se un paziente accusa un dolore addominale e richiede un’ecografia urgente, l’attesa può arrivare anche a tre giorni che in certi casi possono essere cruciali". Permettendo al medico di famiglia di accedere rapidamente a queste prestazioni si potrebbe intervenire subito, evitando di congestionare i pronto soccorso. "Bisognerebbe considerare i medici di famiglia come il vero punto di primo intervento. I pronto soccorso dovrebbero concentrarsi sulle emergenze serie, come infarti e ictus, per i quali la tempestività è fondamentale. Oggi molti accessi al pronto soccorso sono per dolori acuti o problematiche che potrebbero essere gestite sul territorio purché ci sia la possibilità di effettuare un esame diagnostico sul posto." Il medico recanatese ha anche da ridire sulla nuova Tac in attività all’ospedale di comunità del Santa Lucia. "Nel nostro ospedale – dice – è stata installata una Tac, ma con il personale invariato: di conseguenza, metà del tempo disponibile va alle radiografie tradizionali e l’altra metà alla Tac, riducendo il numero complessivi di esami. Se non aumentiamo il personale, l’utilizzo della Tac non avrà un impatto significativo. Serve un’organizzazione che consenta di effettuare gli esami necessari senza lunghe attese". In che modo si potrebbero migliorare le cose, concretamente? "È fondamentale garantire un accesso rapido agli esami diagnostici più comuni, per evitare che un ritardo diagnostico possa avere conseguenze gravi. Molti pazienti non possono permettersi esami privati e il sistema pubblico dovrebbe offrire una risposta accessibile e rapida. Credo che organizzare meglio i servizi di medicina generale e potenziare i pronto soccorso siano le priorità".

Asterio Tubaldi