MARTINA DI MARCO
Cronaca

Medaglie d’onore agli internati: "Undici valorosi esempi di libertà"

Il prefetto Fusiello: "La memoria serve per mantenere la consapevolezza che ciò che è stato non deve tornare". Il rettore McCourt: "Queste giornate prevengono ogni razzismo". Ascoli Marchetti: "Tenere vivo il ricordo".

Medaglie d’onore agli internati: "Undici valorosi esempi di libertà"

Consegnate ieri mattina le medaglie d’onore concesse dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, internati nei lager nazisti. Durante la cerimonia, nella sala del Consiglio provinciale di Macerata, 11 sono stati i riconoscimenti attribuiti, ritirati dagli eredi dei deportati. "Il calendario civile della Repubblica si apre con ricorrenze come questa – ricorda il prefetto Isabella Fusiello - che favoriscono il ricordo e fortificano quell’idea di libertà che i padri costituenti vollero sottolineare nella Costituzione. Oggi onoriamo i deportati e gli internati civili e militari, non come occasione per le vittime di ricordare il dolore privato, ma come possibilità di memoria, per una viva consapevolezza che ciò che è stato può tornare". Continua il presidente della Provincia e sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli: "Le storie di questi undici cittadini maceratesi ci ricordano come la tragedia dell’olocausto non si esaurisca nel tempo, ma faccia parte della storia della vita. È un’esperienza dolorosa vissuta in prima persona anche dalla mia famiglia a seguito dell’internamento di mio padre. È importante mantenere viva la memoria anche per favorire momenti di confronto fra giovani: se si ignora la storia non è possibile vivere il presente e proiettare al futuro le nuove generazioni". Essenziale il ruolo dell’istituzione scolastica, capace di tramandare memorie e valori umani. "Giornate come questa invitano a prevenire sempre ogni genere di razzismo, antisemitismo e intolleranza – dichiara il rettore dell’Unimc, John McCourt -, nell’ottica di un vero e proprio dovere morale. L’olocausto dimostra come sia fragile e sottile la patina della nostra civiltà: il compito di scuola e università risiede nella trasmissione della testimonianza e nell’impegno a evitare che tragedie simili si ripetano. La conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestono un ruolo fondamentale per seminare i valori sociali essenziali di tolleranza e convivenza". "L’ebraismo è una religione improntata al mantenimento della vita – sottolinea Marco Ascoli Marchetti, presidente della comunità ebraica di Ancona -, tenere vivo il ricordo di qualcuno significa infatti mantenerlo vicino a noi oltre che nel cuore". Interviene Mauro Radici, vicepresidente della federazione di Macerata dell’Associazione nazionale combattenti e reduci: "Dietro queste medaglie c’è una fitta trama di inganni e tradimenti, sofferenze e coraggio. Non sono solo decorazioni ma frammenti di storia troppo a lungo relegata al silenzio, specchio delle vite di soldati che hanno scelto la schiavitù al tradimento della patria. Oggi ci impegniamo a portare avanti il loro testimone, in atto di giustizia".

Alla presenza del sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, di Montecosaro Reano Malaisi, di Loro Piceno Robertino Paoloni, di Potenza Picena Noemi Tartabini e del vicesindaco di Civitanova Claudio Morresi, le medaglie d’onore sono state riconosciute ai cittadini internati militari in Germania: Urbani Nello, Angeloni Giovanni, Castagna Pierino, Guardabassi Bruno, Marziali Enrico, Malaisi Ernesto (congiunto del sindaco Malaisi di Montecosaro), Bartolini Francesco, Gobbi Luigi, Bracci Tullio, Menchi Cesare e Detto Giovanbattista. Conclude la cerimonia la consegna degli attestati da parte del prefetto Fusiello e Albino Mataloni, presidente della federazione di Macerata dell’Associazione nazionale combattenti e reduci.