PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Maxi traffico di cocaina e hashish dal Nord Europa: condannata la banda

Chili di droga nascosti nelle auto con doppio fondo. Giro d’affari stimato in 35 milioni. Indagini della Direzione antimafia

BERGAMO//E' LA COCAINA LA DROGA PIU' CONSUMATA SECONDO UNO STUDIO DELLO SMI DI TREVIGLIO//FOTO DE PASCALE

Mega traffico di cocaina e hashish, che dal Belgio e dall’Olanda arrivavano a chili nelle Marche

Macerata, 2 agosto 2024 – Erano accusati di aver messo in piedi un mega traffico di cocaina e hashish, che dal Belgio e dall’Olanda arrivavano a chili nelle Marche nascosti nelle auto a doppio fondo. In tribunale il gruppo è stato condannato, riuscendo però a far escludere l’aggravante più pesante, la transnazionalità.

L’attività, con base a Civitanova, era andata avanti dal 2020, trafficando almeno 700 chili tra coca e hashish, di cui 50 finiti sotto sequestro. Un giro di affari stimato in 35 milioni.

Dopo le indagini della Finanza e della Direzione antimafia di Ancona, con l’operazione “Doppio gioco”, l’anno scorso erano finite in carcere 1o persone, italiani e albanesi residenti nelle province di Macerata, Ancona, Pesaro, Fermo e Frosinone; altre 22 erano state indagate per associazione a delinquere e traffico di stupefacenti.

Gli accertamenti erano partiti dalla magistratura francese, che si era imbattuta nella banda e l’aveva segnalata all’autorità giudiziaria italiana. Nel 2021 un albanese era stato arrestato con 18 chili di droga. L’uomo aveva collaborato, mentre la Finanza avviava le intercettazioni sul sistema criptato Sky-Ecc, oggetto poi di esame in Corte europea e in Cassazione che, a sezioni unite, le ha dichiarate utilizzabili. I capi erano due fratelli albanesi, che a Porto Sant’Elpidio gestivano una rivendita di auto. Con loro erano soci due albanesi impegnati nell’edilizia a Montemarciano. Una coppia residente a Civitanova si occupava di trasportare la droga dal Nord Europa.

In carcere erano finiti Erjon Arkaxhiu, residente a Civitanova; Arjan Ndoka, residente a Porto Recanati; Klenis, Renato ed Etmond Qevani e Kleon Mema, residenti a Porto Sant’Elpidio; Roland Hysollari, di Altidona; Sokol Sallaku di Chiaravalle; Elidon Shkalla, ad Alatri, e Ferdinando Bongiovanni, residente a Sant’Elpidio a Mare.

Nei giorni scorsi, si è chiuso il processo con il rito abbreviato ad Ancona. La procura aveva chiesto condanne pesanti, a partire dai 20 anni per Klenis Qevani. Ma i difensori sono riusciti a mettere in luce che la transnazionalità non era stata provata. Così alla fine il gip Pallucchini ha condannato Klenis Qevani a dieci anni e otto mesi, Renato Qevani a 7 anni, Ndroka e Bongiovanni 5 anni, Mema e Geri Skilja tre anni. Erjon Arkaxhiu ha patteggiato un anno e mezzo; Ramona Cudur un anno e quattro mesi, Gentian Arkaxhiu due anni. Roland Hysollari, residente ad Altidona, Sallaku, Edmond Qevani e Marco Mari di Civitanova sono stati rinviati a giudizio: il processo si aprirà a Fermo a novembre. I fratelli Qevani restano in carcere, gli altri vanno ai domiciliari. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Vando Scheggia, Mariaelvia Valeri, Giancarlo Giulianelli, Emanuele Senesi, Francesca Petruzzo, Domenico Biasco e Simone Santoro.