REDAZIONE MACERATA

Maxi rissa in via Roma, altre nove denunce. Sequestrati coltelli, mazze e pistole a salve

Sale a sedici il numero degli indagati. Con le perquisizioni nelle case dei sospettati, sono stati trovati tutti gli abiti indossanti dalle persone filmate

I carabinieri mostrano le mazze sequestrate

Macerata, 11 aprile 2024 –  Altre nove persone identificate e denunciate, per la rissa avvenuta la notte del 24 marzo in via Roma. Con le perquisizioni nelle case dei sospettati, sono stati trovati tutti gli abiti indossanti dalle persone filmate e altri bastoni e coltelli, ma anche due due pistole a salve senza tappo rosso. Quella notte, nei pressi del bar Nino, una ventina di giovani stranieri si sono affrontati a colpi di spranghe. Da allora, sono continuate senza sosta le indagini dei carabinieri per identificare tutti i partecipanti alla spedizione punitiva. Un primo gruppo di sette egiziani era stato denunciato dopo i primi accertamenti. Ora si aggiungono altri nove connazionali, tutti di età compresa fra i 20 e i 33 anni, residenti tra i Comuni di Macerata e Tolentino.

Secondo le indagini svolte dai carabinieri, anche loro avrebbero partecipato alla rissa e per  questo sono stati denunciati alla procura. I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Macerata sono arrivati a questi altri nove egiziani dopo un minuzioso lavoro di analisi dei video acquisiti dopo la rissa. Sia i primi sette che gli ultimi nove soggetti identificati farebbero parte di due distinti gruppi impegnati, con altrettante distinte ditte, nel settore dell’edilizia. Il movente dell'aggressione armata è stato confermato ed è riconducibile ad attriti irrisolti legati a questioni di lavoro tra i titolari delle due imprese edili, che invece di cercare un accordo o di definire eventuali controversie in tribunale, hanno preferito risolvere la questione a colpi di bastone. La procura, condividendo i primi risultati delle indagini, ha emesso il decreto di perquisizione nei confronti dei primi 7 indagati, come chiesto dai militari. E così alle prime luci dell’alba di lunedì 8 aprile i carabinieri della Compagnia di Macerata, con i colleghi della Compagnia di Tolentino, hanno bussato alle porte delle abitazioni dei sospettati a Macerata e Tolentino, tutte occupate da cittadini egiziani, e hanno dato corso alle operazioni per cercare e recuperare gli indumenti indossati dai partecipanti alla rissa e accertare se ci fossero altri strumenti atti a offendere.

Nelle case, sono stati trovati e sequestrati gli abiti indossati dalle persone riprese dalle  videocamere che hanno filmato la rissa, e questo è un elemento pesante per stabilire la responsabilità dei 16 indagati. Il rinvenimento, però, di altri bastoni, spranghe in ferro, spezzoni di catene, cutter, coltelli a serramanico e anche di due pistole a salve, un revolver e una pistola semiautomatica, prive di tappo rosso, identiche nelle dimensioni e caratteristiche alle armi vere. Questo ha alimentato la convinzione nei carabinieri che la contesa non fosse finita la notte del 24 marzo e che alla prima favorevole occasione i due gruppi si sarebbero nuovamente affrontati con chissà quali conseguenze. Per questo, per scongiurare ulteriori pericoli, le armi e gli strumenti atti a offendere sono stati sequestrati. Come per i primi sette denunciati, anche nei confronti di questi ultimi nove egiziani sarà proposto al questore di Macerata di adottare il foglio di via obbligatorio o il Daspo urbano, per garantire la sicurezza.