PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Maxi coltivazione di marijuana. Ragazzo scagionato dalle accuse

Il commesso di un negozio di cannabis light era stato tirato in ballo da un ristoratore

Maxi coltivazione di marijuana. Ragazzo scagionato dalle accuse

Accusato di aver messo in piedi una maxi coltivazione di cannabis, in tribunale ha dimostrato la sua estraneità ai fatti ed è stato prosciolto. Si tratta di un maceratese, che era stato assunto come commesso nel negozio di cannabis light di Piediripa. L’8 gennaio del 2022 i carabinieri fecero un blitz in un casolare di Montecassiano, e trovarono 88 chili di marijuana già imballata in 92 scatoloni, altri quattro chili della stessa sostanza e 22 grammi di hashish, poi 18 piante adulte e un centinaio di talee. Nei guai finì un ristoratore della zona, che fu arrestato e accusato di spaccio e coltivazione della sostanza stupefacente.

Sentito dai carabinieri, però, l’arrestato disse di aver sempre collaborato con il commesso del negozio "Indornova Groowshop" di Piediripa: sarebbe stato questo a vendergli i semi, a dargli tutta l’attrezzatura, a indicargli come fare per far crescere le piante di cannabis e poi anche a piazzare sul mercato lo stupefacente prodotto. Così anche il ragazzo era finito sotto accusa con il ristoratore, per le accuse di detenzione e coltivazione. Per l’imputato però l’avvocato difensore Domenico Biasco ha messo in luce la mancanza di riscontri alle dichiarazioni fatte dal ristoratore dopo l’arresto: anche ammesso che fosse vero che il commesso aveva venduto i semi di canapa, cosa lecita, non c’era alcuna prova del fatto che fosse coinvolto nell’attività successiva messa in atto dal ristoratore. Ieri, in udienza preliminare, l’avvocato Biasco (foto) ha ribadito che le indagini non avevano portato alcun riscontro sul fatto che il commesso sapesse qualcosa di quella maxi piantagione. E il giudice Giovanni Manzoni ha condiviso questo aspetto, e ha prosciolto l’imputato scagionandolo da ogni accusa.