di Franco Veroli
Sono 140, in provincia di Macerata, gli studenti e le studentesse che a luglio hanno conseguito il diploma con il massimo dei voti, vale a dire 100100 e lode. Altri 304 sono quellie che hanno avuto una valutazione di 100100. Complessivamente, dunque, sono stati 444 quellie che hanno raggiunto una valutazione di ’eccellenza’. Si tratta di un numero davvero consistente che, se rapportato al numero dei candidati con esito (esclusi i non ammessi, esclusi dall’esame o rimandati alla sessione straordinaria, cioè 2.831), dà una percentuale pari al 15,7%, la più alta delle Marche. Il discorso non cambia se si prendono in esame separatamente i 100 e lode e i 100100: per i primi la percentuale è del 4,9%, per i secondi del 10,7%, in entrambe i casi i valori più alti della regione. In valore assoluto il numero più alto dei 100 e lode riguarda studenti e studentesse della provincia di Ancona (180), seguiti da Macerata (140), Pesaro – Urbino (138), Ascoli Piceno (49) e Fermo (26), per un totale regionale di 533. Stesso discorso per i 100100: al primo posto la provincia di Ancona con 352, seguita da quella di Macerata con 304, Pesaro – Urbino 268, Ascoli Piceno 171 e Fermo 136. Nelle Marche, complessivamente, tra 100 e lode e 100, i bravissimi sono stati 1.764, la stragrande maggioranza dei quali, 1.187, nei licei, seguiti dai tecnici con 430 e dagli istituti professionali con 147.
Un quadro che suscita qualche riflessione. La prima è la evidente differenza tra il centro nord della regione e la parte sud, visto che i numeri sono molto più risicati nelle province di Fermo e Ascoli Piceno. La seconda è che si tratta di numeri superiori a quelli antecedenti gli anni della pandemia. A questo proposito, è fin troppo facile pensare che vi possa essere stata una maggiore generosità da parte dei docenti (tutti interni, tranne il presidente di commissione) nei confronti dei loro allievi che comunque si sono maggiormente impegnati. Può darsi. Ma un giudizio del genere sarebbe riduttivo e fuorviante. Il fatto è che gli allievi, tenuto conto delle circostanze in cui si sono trovati, a partire dalla perdita delle lezioni in presenza, sono stati chiamati a sostenere un esame rimodulato in rapporto all’emergenza, il primo dei quali – come si ricorderà – ha previsto una sola prova orale. E’ chiaro che si è trattato di una oggettiva facilitazione. La reintroduzione, poi, delle prove scritte è stata "ammorbidita" sia dal fatto che la seconda sia stata predisposta dai docenti dell’Istituto, sia dal fatto che nella valutazione finale il peso dei crediti conseguiti nel triennio è sempre più aumentato, a scapito dei punti delle stesse prove d’esame.