FRANCO VEROLI
Cronaca

Malore alla gara di ruzzola. Giocatore si accascia, rianimato da un compagno

Un 56enne salvato in extremis a Camerino: il 118 guida i soccorsi al telefono. Portato in ospedale a Macerata, è stato subito operato dal cardiologo Pellone.

Un 56enne salvato in extremis a Camerino: il 118 guida i soccorsi al telefono. Portato in ospedale a Macerata, è stato subito operato dal cardiologo Pellone.

Un 56enne salvato in extremis a Camerino: il 118 guida i soccorsi al telefono. Portato in ospedale a Macerata, è stato subito operato dal cardiologo Pellone.

Un "massaggio amico", la rapidità del soccorso e un professionista di prim’ordine, subito pronto a intervenire. Sono questi i tre elementi che hanno salvato la vita a un 56enne di Città di Castello (Perugia), colpito da infarto ieri mattina mentre partecipava a una gara di ruzzola della Figest (Federazione italiana giochi e sport tradizionali) a Camerino, lungo la provinciale 141. Erano da poco passate le 9 quando l’uomo si è improvvisamente accasciato a terra a causa di un arresto cardiaco. Una situazione grave, di fronte alla quale è stata decisiva la prontezza di un compagno di squadra, Fabrizio Sabatini di Nocera Umbra, che gli ha praticato il massaggio cardiaco per 10/15 minuti, guidato anche a distanza dagli operatori del 118. Una manovra alla quale il 56enne ha reagito positivamente, poiché ne ha consentito la rianimazione. Nel frattempo un’ambulanza ha raggiunto il luogo della gara, gli operatori sanitari lo hanno stabilizzato e hanno subito allertato il pronto soccorso dell’ospedale di Macerata, l’unico presidio dell’Ast con un servizio di emodinamica. Giunto nell’ospedale del capoluogo, dopo un passaggio in pronto soccorso con la visita del cardiologo, il 56enne è stato trasferito nella Unità operativa semplice dipartimentale di cardiologia interventistica, diretta da Francesco Pellone (chiamato verso le 10.45), lo stesso professionista che lo scorso ottobre aveva salvato la vita al sindaco Sandro Parcaroli. Nel giro di poco tempo Pellone ha operato il paziente attraverso una angioplastica primaria sul ramo intermedio della coronaria sinistra, e poco prima delle 12.20 tutto si è felicemente risolto. Il paziente, rimasto sempre lucido, è stato trasferito in Utic (l’Unità di terapia intensiva cardiologica), le sue condizioni sono stabili e asintomatiche. Pur con i tanti problemi con cui deve misurarsi, la nostra sanità evidenzia anche frequenti casi di eccellenza, come quello di ieri. Pellone, tra le altre cose, è stato il primo, nel reparto di cui è a capo, ad eseguire per la prima volta, nelle Marche, la terapia "reducer", una nuova procedura che consiste nell’utilizzo di uno stent di metallo a forma di clessidra, progettato per determinare un restringimento controllato del seno coronarico e per incrementarne la pressione a monte. L’impianto del Reducer è stato eseguito su un paziente di ottanta anni preventivamente selezionato, affetto da angina refrattaria conseguente a cardiopatia ischemica e trattata dapprima con multiple angioplastiche coronariche, successivamente attraverso bypass aorto-coronarico e terapia medica ottimizzata.