NICHOLAS MASETTI
Cronaca

Made in Italy e internazionalizzazione. Il brand Marche valore da difendere

Pepa di Confartigianato: "Terzisti fondamentali nella filiera". Bramucci: "Qui si vive di cultura e bellezza". Ferretti di Confindustria Macerata: "Maestranze straordinarie". Pieragostini. "Manualità unica".

Made in Italy e internazionalizzazione. Il brand Marche valore da difendere

"Essere artigiani è un primo lavoro". E dovrà continuare ad esserlo. Parola di imprenditori e associazioni. Per far sì che questo accada bisogna però affrontare difficoltà, sfide e trasformazioni, "facendo squadra", ripetono in coro gli ospiti come se fosse un mantra all’interno della nuova tappa ‘Le sfide dei territori e dei distretti italiani-QN incontra i protagonisti delle filiere’, andato in scena ieri sera nel teatro Annibal Caro di Civitanova. Un luogo che calza a pennello per parlare di industria, come una scarpa in un piede, "perché la creatività, la moda e gli artigiani sono una parte fondamentale dell’arte", dice Valerio Baroncini, vice direttore QN il Resto del Carlino, mentre affronta da moderatore il discorso ’Il Made in Italy sempre più protagonista sulla scena internazionale. Al suo fianco figure di spicco di aziende e associazioni del territorio: Moira Amaranti, presidente nazionale e interprovinciale Confartigianato calzature, Giacomo Bramucci, presidente Confcommercio Marche, Salina Ferretti, Confindustria Macerata, Emanuele Pepa, presidente Confartigianato Marche, Elisabetta Pieragostini, presidente della sezione Accessori di Confindustria Fermo, e Paolo Silenzi, presidente Cna Marche.

Ci sono storie di chi porta avanti le tradizioni familiari, di chi faceva un altro mestiere e ha deciso di lasciare tutto perché crede nel territorio e in quello che può dare. È il caso di Amaranti, avvocato di professione ma anche proprietaria di Les Amaranti: "Il Made in Marche, grazie a questo distretto, è sinonimo di eccellenza e qualità". Insomma, il Made al plurale, nella dimensione delle Marche, è una squadra di brand che in pochi chilometri raccoglie una grossa fetta dell’economia regionale. Basti dire che nel secondo trimestre dell’anno il comparto regionale ha registrato un incremento rispetto allo stesso periodo del 2022 di oltre il 15 per cento. Anche l’export rappresenta una forza di questo settore, dato che le Marche sono la quarta regione italiana nel calzaturiero, con un 10,6% sul totale nazionale. Bramucci, proprio su questo, ci tiene a spiegare: "Celebriamo le qualità di un distretto che ha superato storicamente tante difficoltà. Produciamo uno stile che si è affermato nel mondo. Viviamo di cultura della bellezza".

Da lui lo stimolo al concetto di ampiezza, di squadra e gruppo, di poter e saper condividere le capacità "da parte degli attori della filiera". Ferretti infatti, Ceo della Falc di Civitanova Alta, insiste: "Ci confrontiamo con aziende ancora più grosse delle nostre. Ci aspettano tande sfide davanti. In questo territorio ci sono persone straordinarie, grandi lavoratori, onesti. Il clima che si respira è migliore che in altri territori. Un complimento che faccio a tutti". Pepa ha voluto affrontare invece l’importanza del "Made in Italy, un Dna, ma bisogna continuare ad osare con saggezza e intelligenza, con bravura nel plasmarci". Pieragostini di Confindustria Fermo, presente a Civitanova Alta in delega del presidente Fabrizio Luciani, ha un suolificio (Dami) a Sant’Elpidio a Mare con 45 anni di storia: "Non dobbiamo ragionare solo al singolare, ma al plurale, come dice il nome Marche. Nelle scuole portiamo esempi sull’importanza della manualità e dell’artigianalità, guardando al futuro". Silenzi dice che per fare tutto ciò bisogna essere "al passo con il mercato, con la sostenibilità e il riciclo. Serve la capacità di rinnovarsi". Citando Gino Sabatini, presidentcommercio Marche, "le nostre cinque Camere di commercio sono tutte unite, un caso unico in Italia". Se la testa dice, la mano fa lo stesso. Dalle associazioni, agli imprenditori.