REDAZIONE MACERATA

Maceratese, la versione di De Cesare: "Nessun problema con Crocioni"

Il direttore sportivo: "Nell’ambiente persistono chiacchiere inutili che non giovano a nessuno".

Nicolò De Cesare, Alberto Crocioni e Stefano Serangeli (foto Calavita)

Nicolò De Cesare, Alberto Crocioni e Stefano Serangeli (foto Calavita)

La strigliata del diesse Nicolò De Cesare non era indirizzata ad Alberto Crocioni, presidente della Maceratese. Lo fa sapere il direttore sportivo, che torna sulle dichiarazioni rilasciate dopo la vittoria sul Montefano. "Le mie parole – spiega – non erano affatto rivolte al presidente Crocioni, al quale va il mio più sentito ringraziamento per l’opportunità concessa. Il rapporto con lui è ottimo: è una persona seria che ci ha sempre supportato". Ed ecco a chi erano rivolte quelle parole. "Mi riferivo – puntualizza – all’interno dell’ambiente dove, purtroppo, ancora persistono piccole crepe e chiacchiere inutili che non giovano alla società. Si tratta di atteggiamenti legati a vecchie abitudini e a una mentalità che va migliorata". Tra i tifosi erano subentrati timori perché certe situazioni potrebbero solo avere effetti negativi sulla squadra che sta disputando un campionato d’alta classifica. "Non ci sono problemi gravi, tuttavia – De Cesare guarda avanti – dobbiamo necessariamente alzare il livello di tutti e pretendere ancora di più da noi stessi". La forza della società sarà determinante per centrare qualsiasi obiettivo, per continuare a essere protagonisti e per gettare le basi perché la Maceratese possa essere protagonista nel tempo. Sotto questo punto di vista deve essere anche letta la rosa a disposizione dell’allenatore Matteo Possanzini il quale può contare su diversi elementi giovani. "Macerata – conclude De Cesare – è una piazza dal potenziale enorme ed è fondamentale che la società sia forte e compatta per costruire qualcosa di solido e duraturo. Non permetterò a nessuno di provare a rovinare quanto di buono stiamo facendo. Senza voler generare nessuna preoccupazione, l’intento delle mie parole era esclusivamente questo".