FRANCO VEROLI
Cronaca

Lo stop al biodigestore. Scaduti i termini per il Tar, ora i sindaci sono al bivio

Niente ricorso da parte del Cosmari dopo lo schiaffo arrivato dalla Provincia. Il progetto è costato 500mila euro: potrebbe essere modificato o abbandonato.

Lo stop al biodigestore. Scaduti i termini per il Tar, ora i sindaci sono al bivio

L’avvocato Paolo Gattafoni, presidente del Cosmari, ha incontrato nei giorni scorsi il comitato ristretto dei sindaci per cercare di uscire dall’impasse sul caso del biodigestore

Si allontana nel tempo la realizzazione del biodigestore da parte di Cosmari Srl, sempre che questo obiettivo resti tra le priorità della società. Il 10 novembre sono scaduti i termini entro i quali Cosmari poteva ricorre al Tar contro il provvedimento con il quale la Provincia di Macerata ha archiviato la procedura sulla modifica dell’Autorizzazione integrata ambientale per realizzare il biodigestore, perché non è stata presentata nei tempi previsti la documentazione integrativa richiesta. Cosmari non ha impugnato il provvedimento di fronte al Tar, ma può farlo – entro il prossimo 10 gennaio – con un ricorso straordinario al presidente della Repubblica.

Per fare il punto, martedì scorso c’è stato un incontro tra il presidente Cosmari Paolo Gattafoni e il comitato ristretto dei sindaci. Una riunione, a quanto trapelato, solo interlocutoria, nel corso della quale i presenti hanno acquisito la documentazione inerente al "caso" che nei prossimi giorni sarà arricchita da pareri legali e tecnici, ma con sullo sfondo i 500mila euro spesi per il progetto dell’impianto, somma rispetto alla quale l’assemblea dei soci potrebbe essere chiamata a rendere conto. La partita da giocare è complessa. Se Cosmari non si appellerà al presidente Mattarella, subirà lo schiaffo ricevuto dalla Provincia, e ammetterà che l’archiviazione è da attribuire solo a sue responsabilità. Se, invece, lo farà, oltre alla sgradevole situazione di una società pubblica che ricorre contro una istituzione pubblica, non è dato sapere entro quali tempi – sicuramente lunghi – ci possa essere un pronunciamento, e non è detto che sia positivo. Forse, allora, è meglio partire da quanto è attualmente disponibile, cioè lo stesso progetto, proprietà di Cosmari, ritoccato e perfezionato (la Provincia ha sollevato anche alcuni dubbi sulla sua fattibilità). Certo, bisognerebbe ripartire da zero, con tempi prevedibili di circa due anni. Si aggiunga che, allo stato delle cose, non ci sono le risorse necessarie per realizzare l’impianto, tanto che qualche voce – per ora sommessa – suggerisce di rimandare sine die la costruzione dell’opera o, addirittura, di abbandonarla, puntando sul miglioramento degli impianti esistenti, a partire da quello di compostaggio. Il fatto è che dal 2018 in poi, l’impianto di biodigestione è stato previsto nel piano d’ambito e sempre inserito nei bilanci della società. Una linea condivisa da tutti, visto che gli atti sono stati sempre approvati all’unanimità. E, poi, se il progetto venisse abbandonato, con esso finirebbero al vento anche i soldi spesi per farlo.