REDAZIONE MACERATA

"Lo squarcio di Fontana apre a un mondo nuovo La sua tela tagliata è come la siepe per Leopardi"

Commento e riflessione: "L’opera ci offre l’idea di un’apertura verso un’altra dimensione"

Quando guardiamo un dipinto siamo presi dal contenuto dell’opera, dall’immagine. La tela non la vediamo e quindi non la pensiamo. Per Fontana invece la tela è un oggetto reale, non un semplice supporto, ha una sua dignità artistica e forse proprio bucandola l’artista rende evidente questa idea. A un primo sguardo superficiale lo squarcio potrebbe apparire come qualcosa che distrugge la tela ma se la guardiamo con più attenzione l’idea che Fontana ci propone è proprio l’opposto: non di qualcosa che viene distrutto ma di un’opera che offre un’apertura verso qualcosa, verso un’altra dimensione, oltre la piattezza del quadro. È come se quel taglio fosse un passaggio verso un mondo parallelo, verso uno spazio da immaginare oltre il limite della tela, un po’ come la siepe è per Leopardi e quindi uno spazio mentale alternativo al mondo. Di fronte a quella tela è come se ci continuassimo a chiedere, guardandola, cosa c’è oltre. È come se la pittura moderna, dopo tanti secoli, volesse ripartire da zero, dalla tela, anzi oltre la tela, oltre quello squarcio. E da quello squarcio possiamo passare dall’altra parte e scoprire un mondo dell’arte tutto nuovo. Quest’opera ci offre un’esperienza coinvolgente, la ricerca di un’altra possibilità di vedere le cose, di un mondo alternativo e forse la rappresentazione simbolica della ricerca dell’infinito da parte dell’uomo.

Emanuele Mandolesi, 3C