
Romano Carancini, consigliere regionale del Partito democratico
Le non ancora sopite polemiche per la scelta, del presidente della Regione Francesco Acquaroli, di esprimere un parere positivo alla richiesta della Link Campus University di attivare un corso di laurea in Medicina a Fano e Ascoli Piceno, e uno in Odontoiatria a Macerata sono destinate a rinfocolarsi. Per le 12 di martedì, infatti, la Link ha convocato un incontro on line, al quale ha invitato sindaci, sindacati, associazioni di categoria, ordine professionali e tanti altri, allo scopo di chiedere un parere rispetto alla sua intenzione di attivare, nelle stesse città, a partire dall’anno accademico 2025–2026, anche un corso di laurea triennale in Fisioterapia e un corso di laurea triennale in Osteopatia (quindi sei in tutto). Poi, successivamente, come previsto dalle norme, dovrà chiedere un nuovo parere alla Regione. Romano Carancini, consigliere regionale del Pd, scomme che Acquaroli esprimerà di nuovo un parere positivo. "Dopo essersi espresso favorevolmente agli altri, qualcuno può pensare che ora dirà di no ai nuovi corsi? Con il via libera all’attivazione dei corsi di Medicina a Fano e Ascoli Piceno e di Odontoiatria a Macerata, nonostante la contrarietà di diverse forze politiche, mondo accademico, associazioni, e altri, Acquaroli ha aperto una vera e propria falla nella "diga" a tutela dell’università pubblica. E, infatti, siamo ad una nuova richiesta che, va da sé, potrebbe precederne altre". Carancini si dice molto preoccupato. "L’università pubblica non è perfetta, come non lo è nessuno – prosegue – ma le Marche possono contare su quattro atenei di eccellenza, di tradizione, di grande prestigio, che coprono i diversi ambiti del sapere, risorsa preziosa per tutta la Regione, e non solo. Come noto, il Governo nazionale ha tagliato i finanziamenti del Fondo ordinario, come denunciato dai rettori, creando non poche difficoltà, invece che sostenerli. Ebbene, un mio emendamento alla legge di bilancio regionale, con il quale eravamo riusciti ad individuare 2,4 milioni di euro da destinare alle nostre università, è stato bocciato dalla maggioranza di centrodestra. Non era tantissimo, ma sarebbe stato comunque un segnale importante. Una vicenda emblematica, visto che un’istituzione pubblica sembra più interessata alle proposte dei privati che a valorizzare le università pubbliche".
Franco Veroli