Eliminare o ridurre ad un livello fisiologico il precariato nella scuola è stato sempre nelle intenzioni dei Governi, ma forse non nella loro reale volontà. Uno studio della Uil Scuola Rua Marche, infatti, rileva come nelle scuole della regione più di un lavoratore su quattro sia precario. Su un totale di 37mila dipendenti, infatti, i precari sono 9.600, quasi il 26%, con significative differenze rispetto alle diverse figure professionali. Nel dettaglio, su 24.714 docenti quelli con un contratto a tempo determinato sono 5.061 (il 20,4%), su 5.198 insegnanti di sostegno quelli con un contratto a tempo determinato sono 2.626 (il 59,5%), su un totale di 7.219 tra collaboratori scolastici, tecnici e amministrativi, quelli non stabilizzati sono 1.969 (il 27,2%). "Percentuali che variano da provincia a provincia, ma comunque in aumento considerevole rispetto al 2015", sottolinea il sindacato. Nella provincia di Macerata attualmente i docenti precari rappresentano il 20,56% del totale, uno su cinque, in crescita di quasi dieci punti rispetto all’11,08% del 2015. Niente di cui stupirsi, visto che anche per l’anno in corso sono diverse centinaia i supplenti nominati in provincia per coprire le cattedre vuote. "Ma l’impiego di personale precario è cresciuto soprattutto sul fronte del sostegno dove attualmente la metà del personale ha un contratto a tempo determinato: si va dal 53% di Pesaro e Urbino al 47,88% di Ancona passando per Macerata (51,58%), Fermo (51,48%) e Ascoli (48,32%)", sottolinea la Uil. Anche per quanto riguarda il personale Ata l’incremento dei precari è significativo. "A Fermo i numeri triplicano, passando dall’11,16% del 2015 all’attuale 33,65%, mentre nelle altre province raddoppiano: dal 13,79% al 25,37% in quella di Ancona, dal 12,65% al 26,16% in quella di Macerata, dall’11,23% al 26,17% in quella di Ascoli Piceno, dal 14,96% al 28,70% in quella di Pesaro – Urbino. "Il precariato - commenta Antonio Spaziano, segretario generale della Uil Scuola Rua Marche - rappresenta un fallimento per la società perché non restituisce dignità ai giovani (e anche ai meno giovani) che fanno sempre più difficoltà a costruire una propria indipendenza, una famiglia, un futuro solido. Dal 2020 sono state avviate sei procedure concorsuali, e in questi giorni si sta svolgendo il concorso scuola Pnrr. Tuttavia, l’aumento di precarietà sta lì a testimoniare il fallimento dell’attuale sistema di reclutamento. Occorre una seria politica di investimenti sugli organici. Per le Marche basterebbero circa 4 milioni di euro di maggiori risorse l’anno per dare stabilità lavorativa al personale della scuola con benefici anche per la continuità didattica degli studenti". Il fatto è che ogni anno le assunzioni che vengono fatte sono ben lontane dal risolvere il problema. I sindacati chiedono che l’organico di diritto venga adeguato all’organico di fatto, vale a dire che i posti "riconosciuti e concessi" vengano portati a coprire i vuoti realmente esistenti.
CronacaL’eterno problema della scuola: "I precari restano ancora troppi"